«Per modificare un’area territoriale devono essere chiamati a votare tramite referendum tutti gli elettori residenti dei Comuni interessati alla modificazione».
L’ha deciso il Consiglio di Stato con una sentenza nella quale ha racchiuso – respingendoli – due appelli proposti dalla Regione Calabria dall’Associazione “Ritorno alle origini di Temesa”.
In contestazione c’era una sentenza con la quale nel luglio 2023 il Tar della Calabria accolse un ricorso proposto dal Comune di Amantea per contestare la deliberazione con la quale il Consiglio regionale della Calabria il 6 giugno 2022 dispose l’effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge recante la modifica dei confini territoriali dei comuni di Serra d’Aiello e Amantea della provincia di Cosenza (che prevedeva il distacco della frazione di Campora San Giovanni dal Comune di Amantea e l’aggregazione della stessa al Comune di Serra d’Aiello, con la denominazione “Temesa”), limitandolo però ai soli residenti nella frazione di Campora San Giovanni del Comune di Amantea e nel Comune di Serra d’Aiello, escludendo gli altri abitanti di Amantea, nonché quelli di Coreca e Marinella.
Il Tar accolse il ricorso essenzialmente nella considerazione che, vertendosi dell’indizione di un referendum consultivo involgente non già la creazione di un nuovo Comune ma la modifica di un’area territoriale, dovesse trovare applicazione la normativa che prevede siano chiamati a votare tutti gli elettori residenti.
In appello la Regione Calabria e l’associazione “Ritorno alle origini di Temesa” hanno dedotto l’erroneità della sentenza impugnata