PAOLA- Ci ha pensato Antonio Tonino Cassano, ex vicesindaco del comune di Paola, ad intervenire per la Rete dei beni comuni, movimento politico che ha in Andrea Signorelli un valido consigliere comunale di minoranza, sulla vicenda rifiuti che tiene banco nella città di Paola. Il Restyling del settore annunciato dall’Assessore Focetola non è ancora partito a pieno. Primi piccoli passi, come lui stesso ha annunciato in esclusiva su Pillamaro-Network, precisando come: “Io ci sono da un mese. Ho ereditato una situazione complicata da anni”, dichiarazione questa che non è del tutto passata inosservata, dato che la nuova era governa già da 24 mesi. Sicuramente le frecciate di Massimo Focetola erano indirizzate alle passate gestioni amministrative, ma qualche mugugno interno sembrerebbe esserci stato. Poi, il preciso e dettagliato intervento di Cassano: “Il servizio integrato della raccolta e smaltimento rifiuti è regolato da un contratto di appalto elaborato ed aggiudicato nel periodo 2013/1014 con decorrenza dal 01 gennaio 2015. In questi 9 anni solo nel periodo 2018/19 la tariffa è stata improvvisamente ridotta del 35% (il costo è passato da 4,5 a 3 milioni di euro) oltre ad un accordo transattivo sul pregresso, con un ulteriore risparmio di circa 1,7 milioni di euro. Nello stesso periodo (2018 e 2019) sono “apparsi” servizi integrativi come i doppi turni di raccolta nel periodo estivo, le isole ecologiche carrellabili, le postazioni mobili ai bracci, il servizio “lepre” per rifiuti abbandonati ed altro. Quanto al “ricettacolo degli indumenti usati” pare che ad oggi nessuno abbia replicato al consigliere, leader del movimento RBC, Andrea Signorelli: come è possibile che sia successo in un’area che da qualche tempo qualcuno ha destinato a tale utilizzo? Come sempre date e numeri sono la risposta puntuale ad ogni interrogativo. Date e numeri hanno nomi e cognomi”. Il riferimento di Cassano è alla questione sollevata dal consigliere comunale già candidato a sindaco, alla quale non è pervenuta alcuna risposta. Forte di un tacito silenzio, Signorelli aveva dichiarato nelle scorse settimane: “Nonostante la raccolta degli indumenti usati sia già prevista nel capitolato d’appalto, da qualche tempo si organizza la raccolta nel parcheggio coperto sul Lungomare. Poi si scopre che serve una bonifica straordinaria da pagare, quindi con costi aggiuntivi, come è stato possibile trasformare quel posto in un ricettacolo? E sui mezzi chi ce lì ha messi? Come fa una raccolta differenziata programmata e vigilata a diventare un rifiuto indifferenziato dentro un locale chiuso a chiave?”. Conclude Rete dei Beni Comuni. Sulla vicenda il movimento politico fa sapere inoltre di volerci vedere chiaro. In cantiere altre iniziative.

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