Gli investigatori hanno individuato una struttura criminale che pubblicizzava su diversi canali Telegram la vendita di certificazioni verdi a persone senza vaccino.
Sono 20 le perquisizioni ordinate in ambito nazionale che hanno consentito di sequestrare, oltre i green pass cartacei, anche più di 30 dispositivi informatici all’interno dei quali i certificati erano conservati in formato digitale.
Al momento sono 25 gli indagati in possesso della falsa certificazione. Alcuni di loro sono stati anche individuati sul posto di lavoro, tra questi due gestori di un panificio, un ristoratore, un dipendente comunale, un appartenente alle forze dell’ordine. Tra gli indagati anche minori, a cui i genitori avevano acquistato la falsa certificazione per non sottoporli al vaccino.

I venditori assicuravano agli acquirenti il rilascio di un certificato green-pass rafforzato terza dose personalizzato, chiedendo copia della tessera sanitaria, a fronte del pagamento di circa 300 euro solitamente in criptovaluta, prevedendo anche ‘sconti famiglia’ per coloro che acquistavano più certificati.
Gli utilizzatori delle false certificazioni verdi sono stati sinora localizzati in 15 province italiane: Roma, Cremona, Aosta, Cosenza, Lucca, Caltanissetta, Agrigento, Palermo, Bologna, Olbia, Bari, Venezia, Treviso, Mantova e Salerno.

Per quanto riguarda la provincia di Cosenza, le indagini avrebbero accertato che tre green pass falsi sono stati acquistati sulla rete e utilizzati da tre no vax di Montalto Uffugo per girare liberamente ed eludere i controlli. L’abitazione di residenza degli indagati è stata perquisita stamane dagli investigatori della sezione della Polizia delle Telecomunicazioni di Cosenza. Gli agenti, guidati dall’ispettore Fabio Ferraro, hanno agito per ordine della procura di Termini Imerese che sta coordinando una inchiesta che coinvolge persone di varie regioni della Penisola. I tre indagati montaltesi hanno ammesso di aver comprato i falsi Greenpass su un canale Telegram