«È urgente verificare se massoni e legami politici negli uffici abbiano condizionato o possano pregiudicare l’imparzialità amministrativa nell’Asp di Cosenza, che secondo gli inquirenti avrebbe ben tre bilanci falsi e in cui permangono, nonostante ordini contrari, diversi incarichi di responsabilità assegnati in maniera illegittima, oltre a silenzi, omissioni ed abusi di estrema gravità». Lo afferma, in una nota, il deputato di Alternativa Francesco Sapia, che con un’interrogazione parlamentare ha chiesto «se il ministro dell’Interno non intenda promuovere l’accesso agli atti presso l’Asp di Cosenza». «Questa azienda sanitaria – spiega il deputato, che alla Camera siede in commissione Sanità – si distingue, in Italia, per taluni, risaputi comportamenti amministrativi disinvolti, spregiudicati e spavaldi, tanto da ricordare la metafora cinematografica del muro di gomma. Nessun cambiamento significativo si è registrato nel tempo, visto che le leve reali di comando restano in vecchie mani. Ne pagano le spese i dipendenti che non hanno poteri alle loro spalle e che lottano per i propri diritti subendo soprusi, dai contorni del mobbing». «È quindi indispensabile – continua il deputato di Alternativa – che si vada a fondo nello scardinare il cosiddetto Sistema Cosenza dell’Asp, la quale riceve oltre un miliardo all’anno dalla Regione Calabria ed ha rendicontazioni sballate e servizi disastrati, manca di trasparenza sui turni di lavoro, premia furbetti del cartellino e chiude gli occhi davanti a conflitti interni che rischiano di compromettere la sicurezza delle cure». «Finora – conclude Sapia – i ministri vigilanti si sono voltati dall’altra parte rispetto a questioni serissime che ho segnalato negli anni: primariati non autorizzati, anomala conservazione dei tamponi, proroghe allegre di contratti scaduti, sforamenti di bilancio, incompatibilità, parenti che lavorano insieme, ruoli svolti senza requisiti e procedure selettive pubbliche, carenze da Terzo mondo e gestioni incontrollate di presìdi salvavita. Questo squallore deve finire, non è più tollerabile».

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