PAOLA- Nove a otto. È – conti alla mano – il numero di braccia alzate, attualmente, in consiglio comunale a Paola, dove la nuova era sempre più in difficoltà sta vivendo da mesi una crisi di maggioranza senza precedenti. Nove nominativi per Politano&Serranò, otto per i gruppi di opposizione che a dirla tutta proprio uniti non sembrano essere. Orfana ancora di un assessore al bilancio, da oltre un mese, dopo l’addio anche di Marco Minervino i numeri della nuova era si sono assottigliati di gran lunga. Questi ultimi giorni sono stati contraddistinti da uno strano silenzio. Anche le forze di opposizione, ad eccezione di alcuni impavidi consiglieri comunali, hanno tirato i remi in barca e nella città del Santo c’è già chi parla di tentativi e strategia al vaglio degli schieramenti e dei cosiddetti big regionali, per salvare la nuova era da una clamorosa sfiducia. Qualcosa di impensabile soltanto fino a qualche mese fa. Accade infatti che i numeri in politica siano spietati, e, complice anche la probabile assenza di alcuni consiglieri comunali, la maggioranza rischia di andare sotto in aula. Tutto finito? Nuova era a casa? No!

E da qui a breve potrebbe saltare fuori il bluff dei consiglieri comunali di minoranza. Le trattative sono premature. Gli ammiccamenti ci sono. Nei prossimi giorni potrebbe verificarsi a Paola il cosiddetto salto della quaglia, il più classico dei salti da “palo in frasca” degno della peggiore politica dell’opportunismo. Non è ancora dato sapere chi si accollerà la scelta di salvare la nuova era, o di rinforzarla ed aiutarla, magari con qualche assenza tattica in consiglio comunale, ma i primi retroscena rimbalzano negli ambienti politici. Il sindaco starebbe tentando la carta “Forza Italia”. Un ingresso nel partito di Roberto Occhiuto per dare una svolta alla situazione che è diventata molto complessa. Indiscrezioni, appunto, ma nelle prossime ore se ne saprà di più. Intanto la città soffre, e la cittadinanza non le manda certo a dire. Impazzano le critiche. Le ultime, indirizzate alla nuova era sono quelle della Pro Loco di Paola. I malumori ci sono, i numeri in consiglio comunale latitano, ed ipotetici cambi di casacca potrebbero alimentare solo ed esclusivamente malcontento che rischia di bruciare politicamente (ulteriormente) i protagonisti.