Ieri mattina si è tenuta l’assemblea sindacale delle lavoratrici della cooperativa “Il Faro”, che gestisce l’appalto di pulizie presso l’ospedale di Praia a Mare.

La notizia che questa struttura, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, verrà restituita alla comunità, dopo la chiusura decretata nel 2012 fa da contraltare all’allarme relativo alle condizioni lavorative delle persone impiegate nella coop che, come segnala la Filcams Cgil, destano preoccupazione.

«Negli appalti pubblici di bassa qualità, come quello per le pulizie e la sanificazione – sottolinea il sindacato – le lavoratrici devono sopportare un ambiente lavorativo degradante e condizioni economiche che non permettono loro di uscire dalla povertà. Ora che l’appalto è in scadenza e si andrà a una nuova gara, confidiamo che, supportati da questa buona notizia, si cambi registro e si restituisca la dignità negata a lavoratrici che, per guadagnarsi quel poco che spesso non basta nemmeno per sopravvivere, non debbano più rischiare la propria salute e sicurezza».

Le condizioni fatiscenti in cui versa attualmente la struttura ospedaliera hanno portato, secondo la Cgil, a richieste «assurde e pericolose». Le lavoratrici, infatti, sarebbero “inviate” «ad arrampicarsi sui terrazzi per pulire i canali di scolo e impedire all’ospedale di allagarsi durante le piogge. Questa situazione è grave di per sé, ma lo è ancor di più se si considera che coinvolge persone spesso non più giovani, che dovrebbero essere tutelate anziché esposte a rischi evitabili È inaccettabile – conclude il sindacato – che, in una struttura pubblica destinata alla cura e alla salute, chi vi lavora debba mettere in pericolo la propria».

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