Nuovo capitolo nero per l’amministrazione della giunta Middea.
Si conclude con una sonora batosta per il Comune di Fuscaldo la controversa vicenda legata all’esproprio del campetto della “Rina”, situato in via Giovanni Amendola a Fuscaldo, di proprietà della famiglia Iannuzzi.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Calabria ha condannato l’Amministrazione Middea a pagare oltre 4.000 euro di spese legali.
“Speravamo in una qualche dichiarazione da parte del Sindaco, un semplice mea culpa, ma dopo alcuni giorni niente, probabilmente nessuna pezza riuscirebbe a colmare un buco talmente grande”.
In breve: nel 2023, la Giunta Middea ha tentato di sanare una vecchia questione con una delibera che prevedeva l’“acquisizione sanante” dell’intera superficie occupata, che si estendeva per 4.340 mq, ben oltre i 640 mq previsti inizialmente. L’intento dichiarato era di trasformare l’area in un parcheggio. Tuttavia, emersero subito dubbi sulla legittimità dell’operazione e sui costi complessivi.
L’intera opposizione consiliare, rappresentata in Consiglio comunale da Andrea Filella e Maria Concetta Carnevale, per il gruppo “Il Futuro Che Vogliamo”, e da Paolo Fuscaldo e Paolo Cavaliere, per il gruppo “Orgoglio fuscaldese”, aveva manifestato concordia sulla voglia di bonificare l’area in questione, ma assoluta contrarietà sull’operazione, motivata con vigore e determinazione durante il Consiglio comunale del 31.07.2023 e, dopo un anno, nel Consiglio comunale del 03.07.2024, per quanto concerne la regolarità e la legittimità dell’operazione.
“Abbiamo chiesto al superficiale e borioso Sindaco di evitare la prosecuzione di questa crociata contro i proprietari del terreno” – continuano i consiglieri di minoranza – “proponendogli di concordare con gli eredi Iannuzzi, in qualità di proprietari, un nuovo e migliore utilizzo dell’area. Così non è stato ed a farne le spese sono sempre i cittadini”.
“Quando la tracotanza fa da padrona, quando il Sindaco Middea si convince di essere un amministratore illuminato, assistiamo a sperpero di denaro pubblico e procedure amministrative illogiche ed irregolari”.
“Ma come poteva realizzarsi un’acquisizione di 4.340 mq, rispetto ai 640 mq originariamente previsti e per i quali non era mai stata dichiarata la pubblica utilità per l’area aggiuntiva?
I proprietari, come avrebbero potuto eventualmente accettare un’offerta dal valore irrealistico e sottostimato?”.
Ed ancora, “come poteva concludersi regolarmente la procedura senza un piano particellare di esproprio, computi metrici ed elaborati grafici necessari per giustificarne l’operazione?”
Dal canto loro, i proprietari del terreno, vista la situazione che si prospettava, non potevano fare altro che impugnare l’atto per tutelare i propri interessi. Quindi il TAR Calabria in primis ha accolto l’istanza cautelare ravvisando validamente le ragioni dei proprietari. Poi, nel merito, ha affondato il colpo, condannando l’amministrazione guidata dal nostro temerario sindaco, esperto in cause e sperpero di denaro pubblico, a pagare oltre 4000 euro di spese legali.
“Quanto accaduto si aggiunge a una serie di controversie che continuano a segnare il mandato dell’amministrazione a guida Middea, suscitando dubbi sempre più forti sulla capacità di amministrare il territorio. Ormai è palese che il Sindaco prova a nascondere la verità o, ancor peggio, a crearne una virtuale a propria convenienza. Atteggiamento inutile visto che il tempo, ancora una volta, sta riportando ogni cosa alla propria dimensione, quella reale”.