CETRARO- Nota stampa del gruppo “Cetraro Attiva”, rappresentato in consiglio comunale dal Presidente dell’Assise, Giovanni Rossi.

“Certamente nessuno avrebbe immaginato, neppure la mente più fantasiosa o macabra del paese, che un così efferato omicidio potesse consumarsi, in prima serata, davanti ad un locale pubblico, in una strada tra le principali vie di collegamento. Eppure, è la cronaca di una tragedia annunciata per un paese che è stato abbandonato a sé stesso dalle istituzioni statali (e regionali). Non più tardi dello scorso giugno, in occasione della cerimonia commemorativa al compianto Giannino Losardo, si è invocata la necessità della presenza sul territorio delle istituzioni, e specificatamente delle forze dell’ordine, a garanzia e presidio di una legalità restia a radicarsi negli ambienti di sopruso e di malaffare. E il destino sembra stavolta essersi voluto divertire addirittura sbeffeggiando le forze dell’ordine. Ieri sera, infatti, erano schierate, in maniera insolita, diverse pattuglie per un’operazione denominata “Alto impatto”, in un servizio di perlustrazione straordinaria del territorio, a circa 500 metri dal luogo in cui, in quello stesso momento, si stava consumando un così vile gesto, che ha carambolato tutti e tutto all’indietro di almeno 40 anni. Abbiamo più volte espresso la necessità, da parte delle istituzioni governative preposte, di attenzionare la “Nuova Caserma dei Carabinieri” che rimane uno statico soprammobile del nostro lungomare. Avremmo dovuto ribellarci alla plastica e decisa conferma che, per le solite secche burocratiche, amministrative del sistema, il complesso strutturale destinato a Caserma è da destinarsi ad altro uso. Dovremmo ribellarci per la risicata presenza degli uomini di pubblica sicurezza sul territorio cetrarese, nonostante le rassicurazioni ricevute dagli organi rappresentativi delle forze dell’ordine. Avremmo dovuto ribellarci a quei politici che ci rappresentano negli apparati dello Stato di cui attendiamo “le giornate della legalità”. Avremmo dovuto essere più sensibili nei confronti della scuola e della chiesa, fucine di nuove generazioni, che educano alla legalità. Ed è inutile nasconderci. Un problema così oneroso, da un punto di vista sociale, di emergenza/urgenza, non può essere risolto dai soliti comunicati in ciclostile, figli del tutto e pieni del niente. 𝗣𝗿𝗲𝘁𝗲𝗻𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗼 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗼 un ascolto concreto che si traduca in azioni di contrasto alla criminalità. Questo è il messaggio che da qui lanciamo! Lo dobbiamo ai nostri figli per un futuro che non si ingrigisca come le mura di una Caserma”.