BELVEDERE MARITTIMO- «In riferimento alle affermazioni rese pubblicamente dal consigliere Filippo Perrone a seguito del Consiglio Comunale del 1° aprile 2025, l’Amministrazione Comunale ritiene doveroso ristabilire la verità dei fatti, respingendo con fermezza ogni tentativo di delegittimazione delle istituzioni e di strumentalizzazione politica». È quanto si legge in una nota dell’amministrazione comunale di Belvedere Marittimo, in replica a quanto reso noto dal consigliere comunale Filippo Perrone che aveva attaccato affermando: «Un silenzio assordante e surreale è quello che ha caratterizzato il consiglio comunale del primo aprile 2025. Siamo stati privati della possibilità di esercitare legittimamente, le funzioni di consiglieri comunali”. E poi ancora «Legati mani e piedi, imbavagliati e bendati, questo è il ruolo riservato ai consiglieri d’opposizione. L’ultimo consiglio comunale sarà ricordato per il ‘ghigno dell’arroganza e dell’ostentazione del potere». Da qui l’invito «ai consiglieri di maggioranza, che assistevano attoniti e silenziosi a quanto accadeva: abbandonate la nave dei due timonieri. Ormai sta affondando. Dimettetevi»
Nella replica della maggioranza Cascini evince che: «L’accesso al protocollo del Comune è regolamentato per tutti, assessori e consiglieri. Nessuno può sentirsi “imbavagliato”, se non per scelta propria o per convenienza populistica. È del tutto inaccettabile utilizzare la garanzia della trasparenza come pretesto per alimentare un clima di sospetto e diffidenza.
Le delibere, le determine, le ordinanze: tutto è pubblico, disponibile e puntualmente pubblicato. Ogni consigliere può accedere in ogni momento agli uffici e agli atti che riguardano l’attività del Consiglio Comunale. Si tratta di diritti pienamente garantiti e mai messi in discussione.
Tuttavia, l’accesso al protocollo dell’Ente non può essere indiscriminato o privo di criteri. Esistono comunicazioni riservate, atti che riguardano la sfera personale e sensibile dei cittadini: richieste di aiuto economico, pratiche per agevolazioni, certificati di matrimonio o di decesso. Perché mai dovrebbero essere esposti al pubblico giudizio? La tutela della dignità individuale è un principio che non solo la legge, ma anche la civiltà, il buonsenso e il rispetto umano impongono di osservare.
Chi grida al “ghigno del potere” dimostra, più che una volontà di denuncia, un approccio distorto alla realtà. È bene chiarire che quella che qualcuno ha voluto scambiare per ostentazione era in realtà l’espressione di un’evidente sofferenza fisica da parte del Sindaco, alle prese con forti dolori mandibolari legati a un problema di salute. Solo chi è prevenuto, o deliberatamente ostile, può trasformare un disagio medico in un pretesto per attaccare.
L’Amministrazione prende atto, con rammarico, di un atteggiamento che da tempo ha oltrepassato i confini della legittima dialettica politica, scivolando in una sistematica aggressione personale e istituzionale. Un comportamento che sembra muoversi più per insofferenza caratteriale che per autentico spirito di opposizione costruttiva.
Chi invoca dimissioni e agita immagini di navi alla deriva, mostra in realtà il timore di perdere l’unico spazio di visibilità personale rimasto. Si tratta di richieste tanto roboanti quanto prive di fondamento, che nulla hanno a che vedere con il rispetto delle istituzioni o con un serio confronto politico. Anzi, contribuiscono a trasformare il dibattito democratico e le massime assise istituzionali – come il Consiglio Comunale – in palcoscenici teatrali, pensati più per raccogliere visibilità sui social che per costruire soluzioni concrete per la collettività.
Chiedere le dimissioni di un’Amministrazione che lavora con impegno e serietà per il bene della collettività, significa agire contro l’interesse pubblico, piegando le istituzioni a logiche personali e strumentali.
L’Amministrazione Comunale, dal canto suo, continuerà ad operare con serietà, responsabilità e trasparenza, nel pieno rispetto dei cittadini e del mandato democraticamente ricevuto.
A chi sceglie l’invettiva al posto del dialogo, ricordiamo che il bene comune non si serve con slogan e accuse, ma con il lavoro concreto, silenzioso e costante». È quanto rende noto l’amministrazione comunale di Belvedere Marittimo.