Di Martino Ciano. Radio Digiesse
La voce è commossa, la rabbia è tanta, così come la sete di giustizia. “So bene che nessuno potrà darmi indietro mia madre, ma devo lottare affinché certe cose non accadano più”. Inizia da qui questo episodio di presunta malasanità (e sottolineiamo la parola presunta perché le valutazioni andranno fatte in altri sedi, noi ci limitiamo ai fatti) avvenuto all’interno dell’ospedale San Francesco di Paola, raccontatoci da un uomo che ha perso la madre 74enne. Nella lunga telefonata intercorsa e nella dettagliata e-mail inviata alla nostra redazione, ci spiega la vicenda. Da più di vent’anni la donna aveva dei problemi di salute che, grazie alle cure, era riuscita a tenere sotto controllo. Nelle scorse settimane la settantaquattrenne però è stata ricoverata in una clinica del Tirreno cosentino e, una volta stabilizzata, è stata trasferita all’ospedale di Paola per effettuare degli “esami che non poteva fare in clinica”. Qui, purtroppo, l’epilogo della vicenda. Il figlio ci racconta che la madre stava avendo un graduale miglioramento, tant’è che i medici del San Francesco avevano deciso di dimetterla. Fatto sta che proprio il giorno in cui la donna avrebbe dovuto far ritorno a casa, i medici cambiano idea e preferiscono prolungare il ricovero visto che un “valore era risultato troppo basso”. La donna resta in ospedale e comincia la terapia per normalizzare la situazione, ma è l’inizio della fine. Infatti, le condizioni della settantaquattrenne peggiorano con la manifestazione di disturbi che si intensificano sempre di più, fino al tragico epilogo. “Ma non è solo questo il punto – ci dice il figlio – ciò che ci ha fatto male è stata la totale assenza di medici nelle ultime quarantotto ore di vita di mia madre. Ci siamo interfacciati solo con Oss e infermieri, i quali hanno capito e ci hanno aiutato. Dopo il decesso di mia madre abbiamo chiesto spiegazioni, ma siamo stati trattati con molta freddezza. Vogliamo sapere cosa è successo”. Di qui la decisione di affidare tutto a un avvocato di fiducia, che richiederà la cartella clinica della settantaquattrenne, dopodiché si procederà con una querela presso la Procura della Repubblica di Paola. Questo quanto ci è stato raccontato. Come detto, lasciamo ad altri organi competenti le valutazioni del caso, per noi è importante raccontare i fatti su segnalazioni che, ahinoi, sono sempre più frequenti e che spesso abbiamo dovuto riportare sulle nostre pagine.