È durata poco meno di tre anni la fuga di S.C., uno dei pochi latitanti della ‘ndrangheta cosentina ancora in circolazione.
Il 43enne, nom de crime “Il palermitano”, è stato rintracciato e tratto in arresto a Keitum, in Germania. Viveva sotto mentite spoglie sull’isola di Sylt, al confine con la Danimarca e aveva trovato impiego in un centro sportivo collegato a un albergo del posto. Dovrà scontare l’ergastolo perché riconosciuto colpevole di un omicidio consumato a Paola nel 2003. L’uomo era stato condannato in via definitiva l’11 novembre del 2020 nell’ambito del maxiprocesso “Tela del ragno”, ma riuscì a sottrarsi all’arresto, dandosi alla macchia in circostanze più che rocambolesche.
Quel giorno, infatti, la notizia della sentenza lo raggiunge a casa sua, in provincia di Venezia, dove si era trasferito già da diversi anni per rifarsi una vita, entrando addirittura a far parte dei Lagunari.
In precedenza, invece, era stato un soldato del clan guidato a Luciano Martello e, per questo motivo, era sospettato di aver preso parte all’uccisione di Pietro Serpa, esponente del gruppo rivale. Anche lui, dunque, nel 2013 finisce nella rete della Dda di Catanzaro che, in quel periodo, indaga su svariati omicidi di mafia commessi sul Tirreno cosentino dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Fonte ed articolo completo su: https://www.cosenzachannel.it/2023/09/05/ndrangheta-a-paola-finisce-in-germania-la-fuga-del-sicario-di-pietro-serpa/?utm_medium=Social&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR3SOm5OxdN2QE8WZbCd1IE_vnhhR6f2VRoy2X5-FmvN8KY-mspb2hAgTAQ#Echobox=1693913219