PAOLA- Andreoli nuovo allenatore della Paolana? I tifosi, o almeno la parte più calda e passionale della tifoseria insorge, e protesta nonostante non sia ancora ufficializzato il passaggio di consegne in panchina. «Andreoli dimettiti subito». È chiaro il messaggio della frangia ultras biancoazzurra, con tanto di scritta poi cancellata allo Stadio Eugenio Tarsitano di Paola.

L’ex tecnico del Castrovillari calcio proprio non piace alla piazza, nonostante la società del fuscaldese Marcone sembrebbe aver scelto proprio lui come successore di mister De Domenico.

Si preannuncia, una probabile contestazione della tifoseria, pronta alle barricate sul nome del mister fuscaldese. Alla luce dei dissidi, vecchie ruggini ai tempi della promozione della Paolana in Serie D. Intanto la dirigenza biancoazzurra sbotta sui social e attraverso una nota ufficiale fa sapere che: «La USD Paolana intende esprimere la propria indignazione e profonda delusione per quanto accaduto nella notte, quando ignoti vandali hanno imbrattato le mura del nostro stadio con scritte offensive e inappropriate. Questi episodi, lontani dai valori sportivi e sociali che la nostra società rappresenta, non possono essere tollerati. Ogni decisione presa dalla dirigenza è frutto di una riflessione attenta, guidata esclusivamente dalla volontà di perseguire il bene e la crescita della Paolana. Siamo una realtà che, con sacrificio, dedizione e passione, lavora per portare avanti un progetto ambizioso iniziato lo scorso anno, con l’obiettivo di rafforzare la nostra squadra e il legame con la comunità. Tuttavia, è grave e inaccettabile che scelte ancora non definitive – e che saranno comunicate nei tempi e nei modi opportuni – vengano strumentalizzate e messe in discussione con atti vandalici che nulla hanno a che vedere con il tifo o l’amore per la Paolana. Questi gesti non appartengono ai veri tifosi, ma a individui che dimostrano soltanto di non avere rispetto per la società, per i valori dello sport e, più in generale, per la nostra comunità. A fronte di tali episodi, ci interroghiamo seriamente se valga la pena continuare a sacrificare tempo, energie e risorse economiche per una causa che dovrebbe unire, ma che rischia di essere minata da chi non sa cogliere il valore e l’importanza di ciò che stiamo costruendo».

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