Nel corso della notte il depuratore sito a Bisignano smetteva di funzionare ed attraverso una condotta alternativa, con il quale si bypassava l’impianto, i dipendenti della Consuleco sversavano nel fiume Mucone, senza alcun trattamento preventivo, i rifiuti industriali provenienti dagli stabilimenti di mezzo Paese, tra cui anche l’Ilva di Taranto. È questo quanto emerge dall’operazione Arsenico scattata in provincia di Cosenza.
Per il reato di inquinamento ambientale il Gip del tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura, ha emesso due ordinanze cautelari dell’obbligo di dimora, nei confronti di Vincenzo Morise, 72 anni, e del figlio Nicodemo di 41, rispettivamente amministratore e direttore della Consuleco srl, la società proprietaria dello stabilimento, tra i più grandi d’Italia, situato nel territorio del comune di Bisignano, adesso posto sotto sequestro. Indagati anche 12 dipendenti della società. Devastato l’ecosistema della zona, dove insistono anche attività agricole per la produzione e la distribuzione di ortofrutta.
Il quadro indiziario è caratterizzato non soltanto dai rilievi analitici condotti sulle acque del Mucone a monte e poi a valle del depuratore, dove i valori delle sostanze tossiche erano nettamente superiori alla norma, ma anche da numerose intercettazioni da cui emergono le illecite direttive impartite dai vertici dell’azienda ai dipendenti che materialmente si rendevano responsabili del reiterato sversamento nel fiume Mucone di ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi, provenienti da numerosi siti industriali ubicati in Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia e Calabria, non correttamente trattati e depurati. (Fonte ed articolo completo su LaCnews24)