Si radunano in tanti in stazione. La droga corre a fiumi, poi nell’euforia si fanno danni e può capitare pure che scoppino violente risse tra ragazzi. L’altro ieri un giovane è stato soccorso e portato in ospedale. Sarebbe stato vittima di un raid punitivo. «È stato pestato a sangue», ha detto il sindaco Ugo Vetere, che minaccia di dimettersi se le cose non cambieranno, «addirittura, qualcuno gli è saltato addosso con i piedi. Per fortuna altri sono intervenuti per evitare il peggio. Questo fatto mi ha spezzato il cuore. Mi metto nei panni dei genitori della vittima».
L’area della stazione di Marcellina a Santa Maria del Cedro è ancora una volta al centro dell’attenzione. Vetere chiede maggiori controlli sul territorio. Ma soprattutto si rivolge ai suoi concittadini e ai genitori affinché controllino i figli impongano loro regole precise. Si parla in effetti di ragazzi che vanno in media dai 14 ai 16 anni che stanno creando tante apprensione e problemi in paese. Pure la parrocchia Sacro Cuore di Marcellina ha appreso con tristezza e dispiacere che nella notte di venerdì presso la stazione è avvenuto il pestaggio di un ragazzo: «Abbiamo appreso – spiega il parroco – dettagli inquietanti e sconcertanti per violenza e crudeltà».
Per dieci giorni con i missionari è stato presidiato il luogo, pomeriggio e sera: «Abbiamo avuto ulteriormente conferma della complessità della situazione che è certamente difficile da controllare e gestire, senza un reale contributo di tutta la comunità, famiglie in primo luogo». Proprio giovedì scorso nella riunione del Patto educativo, parroci, amministrazione comunale e associazioni hanno discusso su come occupare fisicamente quel luogo (e altri) perché possa essere chiaro il messaggio: «Il territorio e i nostri ragazzi ci appartengono e ci stanno a cuore. Eppure non bastano le istituzioni e le associazioni: il territorio riguarda tutti, nessuno escluso. A breve, anche alla luce di quanto successo nella notte di venerdì, torneremo ad incontrarci per continuare a tessere insieme una rete di collaborazione che sempre più diventa necessaria e urgente. Da ultimo un appello: chi ha visto o sentito qualcosa, ragazzi e adulti, non abbia timore a raccontare e denunciare. Anche questo fa parte di un modo di vivere il territorio e di difenderlo». Fonte: Gazzetta del sud