Di Antonello Troya
Una vita d’inferno, pedinamenti. Messaggi a qualunque ora del giorno e della notte. E quelle frasi, insistenti, da far paura. E l’ex convivente, l’uomo, che si materializza ovunque, seguendo la vittima in ogni suo spostamento, lasciandole messaggi sull’autovettura. Fino a quando ha tentato una vera e propria aggressione fisica, di notte, mentre la donna indifesa si accingeva a rientrare presso la propria abitazione. Un drammatico stillicidio che, di fatto, ha costretto la donna ad uscire sempre in compagnia e a modificare, necessariamente, le sue abitudini di vita quotidiana. All’uomo, infatti, è stato contestato il reato di atti persecutori “stalking”, perché “minacciava e molestava la donna con cui aveva avuto una breve relazione sentimentale, con condotte consistite in appostamenti sotto l’abitazione della donna, nel contattarla ossessivamente di giorno e di notte sull’utenza a lei in uso.
Stamattina si è svolto il processo a carico di un piccolo imprenditore di Belvedere accusato di stalking nei confronti della sua ex convivente. L’uomo, difeso dall’avv. Massimo Raffo, è sottoposto a due processi per il reato di atti persecutori commessi a danno della donna belvederese, già costituitasi parte civile con il patrocinio dell’avv. Francesco Liserre. La vicenda, molto grave e inquietante, si riferisce ad una relazione affettiva interrotta, dopo qualche mese, dalla donna che, ignara delle successive conseguenze, inizia a vivere un proprio inferno. Un incubo: così lo ha definito chi era a conoscenza della storia. Messaggi attraverso cui chiedeva di riprendere la relazione sentimentale e facendole intuire di essere sempre al corrente di come di svolgeva la sua vita, pedinandola, come quando è avvenuto al centro commerciale, che ha provocato alla donna un perdurante e grave stato di ansia e di paura, da ingenerarle un fondato timore per la propria incolumità e comunque da costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita poiché la donna da ultimo era costretta a ricorrere alle cure di uno psichiatra riportando, come refertato, una sindrome ansioso-depressiva reattiva con tratti fobici. Poi la decisione del giudice di applicare la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa. Oggi, il Giudice, accogliendo la richiesta di riunione dei processi avanzata dall’avv. Liserre, ha rinviato all’udienza del prossimo 15 maggio per l’esame della vittima.
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