La Guardia di finanza ha arrestato e posto ai domiciliari due agenti della Polizia locale di Reggio Calabria accusati di concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso ideologico e violenza privata. Altri sette, invece, sono stati sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio per 12 mesi.
Gli arrestati avevano messo in piedi un sodalizio finalizzato alla ricerca di veicoli da rottamare. Una volta trovate auto sprovviste della copertura assicurativa i due vigili, anziché procedere alla contestazione delle violazioni del codice della strada o alle operazioni di sequestro amministrativo, inducevano i proprietari dei veicoli ad affidare gli automezzi in questione ai rappresentanti di due imprese di rimozione veicolo, a turno, dietro la minaccia di salate sanzioni pecuniarie.
I responsabili del carroattrezzi, in sostanza, erano d’accordo con i due agenti di polizia locale e procedevano alla rimozione e rottamazione delle auto dietro il pagamento di un corrispettivo di denaro in contanti che era di gran lunga superiore ai compensi previsti dalla convenzione con il Comune.
Inoltre, i due agenti avevano alimentato un vero e proprio business sui pezzi di ricambio. Una delle società coinvolte negli illeciti è riconducibile ad un soggetto condannato per associazione mafiosa.
L’inchiesta ha fatto venire alla luce un fenomeno molto più vasto secondo cui gli agenti della polizia locale sospesi dal servizio erano soliti sottrarre sistematicamente la merce esposta per la vendita da ambulanti di origini extra-comunitarie.
Senza provvedere alla redazione e al rilascio di verbali di sequestro amministrativo o di altri atti, gli agenti procedevano alla successiva pubblicazione, sull’Albo Pretorio del Comune, di verbali di rinvenimento di merce redatti nei confronti di soggetti ignoti.