Nella recrudescenza della pandemia, ripresentatasi in questo periodo, c’è la necessità nell’area di Paola, nelle città vicine del Tirreno cosentino di effettuare tantissime vaccinazioni per rispondere alla domanda di salute dei cittadini. I medici di medicina generale cercano di svolgere i propri compiti, in scienza e coscienza, anche in presenza di questa situazione di estrema gravità dovuta all’emergenza sanitaria scaturita dalla pandemia da Covid 19, ma sono penalizzati da una disorganizzazione nella distribuzione delle dosi vaccinali> così una nota della Segreteria Regionale Calabria del Sindacato Medici Italiani (SMI).<In questo contesto ci preme denunciare la grave carenza organizzativa di cui la Protezione Civile e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza (ASP) sono responsabili. Per primo, va segnalato, che l’hub vaccinale della zona funziona solo due pomeriggi a settimana; per secondo, poi, va evidenziato che nella zona vengono organizzati dei vax day, (di cui si apprende l’organizzazione solo attraverso i mass media e non per vie ufficiali), nei quali i medici di famiglia non vengono coinvolti; per finire va rilevata la questione più grave: i medici per vaccinare i pazienti, dopo avere stilato un elenco nominale, devono recarsi a Castrovillari, a quasi cento chilometri di distanza, per ritirare i flaconi con il vaccino e riportare, poi, i flaconi che si svuotano>.<È una situazione paradossale e discriminatoria che penalizza le attività dei medici e lede il diritto alla salute dei cittadini. Per i farmacisti, invece, non si ripete la stessa situazione perché attraverso l’impegno di Federfarma a loro vengono consegnati i flaconi direttamente in farmacia>.<Proponiamo, per queste ragioni, che presso l’hub vaccinale del Palatenda di Paola si permetta ai medici di famiglia di Paola, delle città vicine del Tirreno cosentino, il ritiro dei vaccini, consentendo, così, di non sprecare tempo inutile per pratiche burocratiche che hanno poco a che vedere con la salute>.<La Protezione Civile e l’ASP di Cosenza devono assicurare ai medici di famiglia di Paola e dei centri del Tirreno cosentino le condizioni minime di agibilità per le attività mediche e garantire ai cittadini il diritto alla salute. Si metta fine a questa odiosa disorganizzazione!> conclude la nota del SMI calabrese.