A vincere, alla fine, è stato il buon senso. Con l’accordo, siglato ieri mattina, tra i comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese e la Sa.Te.Ca. Spa si sono infatti salvaguardati i livelli occupazionali e, nel contempo, sono iniziate le procedure di riconsegna dei beni di proprietà dei due comuni.
Il contratto di concessione della Sa.Te.Ca., lo ricordiamo, era già scaduto nel 2016. Così come, il 31 dicembre scorso, erano scaduti anche i termini della prosecuzione delle attività, scaturita da un accordo firmato, tra le parti, in Prefettura.
Dunque, ha prevalso il senso di responsabilità da parte di tutti gli attori principali della vicenda e, cosa ancor più importante, la paventata chiusura delle Terme Luigiane è un’ipotesi fortunatamente tramontata.
“Siamo soddisfatti e felici del risultato raggiunto e per aver salvaguardato gli attuali livelli occupazionali, che ruotano attorno al compendio termale” – è quanto dichiarato, congiuntamente, dai sindaci di Acquappesa e di Guardia Piemontese, Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti, assistiti dagli avvocati Giuseppe Porzio e Monica Santoro. “Una soddisfazione, resa tale anche dalla riconsegna dei beni, iniziata oggi, che ci consentirà di concludere la redazione del bando”. Ma andiamo ora a leggere le parti salienti del verbale, firmato, come sopra evidenziato, anche dalla Sa.Te.Ca., per la quale erano presenti Dante Ferrari e Sonia Ferrari, assistiti dall’avvocato Enzo Paolini.
“Si è registrata l’intenzione, da parte della Sa.Te.Ca. di restituire i beni richiesti dai Comuni che rendono atto dell’intenzione di avviare un iter di restituzione, che viene intrapreso già in data odierna con la formale consegna dell’immobile denominato “ristorante le due Querce” e che dovrà essere concluso entro la data perentoria del 21 gennaio 2021. La Sa.Te.Ca. prende atto delle dichiarazioni dei Comuni e riservandosi ogni suo diritto e azione in ordine all’interpretazione ed alla esecuzione di tutti gli atti regolanti il rapporto con i Comuni, per rispetto istituzionale e per addivenire ad un componimento del conflitto – penalizzante per tutti, specialmente per i lavoratori – tenendo in considerazione la richiesta di prosecuzione dell’attività termale e la disponibilità manifestata dai Comuni alla riassegnazione dei beni strettamente necessari alla prosecuzione delle medesime attività termali, secondo richiesta motivata trasmessa ai Comuni e da questi ultimi valutata, acconsente alla restituzione dei suddetti beni”.
Nessuna esecuzione coattiva. La tutela dei lavoratori e del compendio termale ha dunque avuto la meglio su ogni singola posizione ed è questa la notizia, che tutti si aspettavano. Un epilogo per nulla scontato, anzi. “Il nostro interesse è sempre stato e continua ad essere quello di rilanciare le Terme Luigiane, aprendo alla libera concorrenza e seguendo, punto per punto, ciò che la legge impone. E, su questa strada, andremo avanti con coraggio e determinazione. Il risultato acquisito oggi, è, per noi, un ottimo punto di partenza, sicuramente non di arrivo” – sottolineano, alla fine, i sindaci Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti.

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