Il mese di giugno è iniziato ma alle Terme Luigiane continua a persistere un drammatico stallo della situazione legata, non solo alla vertenza di 250 lavoratori impiegati direttamente, ma anche relativa alla chiusura di un polo termale d’eccellenza che ogni anno eroga 500.000 prestazioni sanitarie e accoglie decine di migliaia di turisti.
I sindaci dei comuni di Guardia Piemontese ed Acquappesa hanno ricevuto mercoledì sera della scorsa settimana la proposta di accordo discussa durante l’ultima riunione tenutasi lo stesso pomeriggio presso la Cittadella regionale alla presenza del Presidente Spirlì. A seguito dell’incontro i sindaci avrebbero dovuto dare riscontro alla proposta entro 48 ore. Sono trascorsi più di 5 giorni e, al di là dei soliti proclami su facebook in cui tentano come al solito di mistificare la realtà, nulla di concreto è accaduto.
Il gioco del “perdere tempo” avviato dalle amministrazioni comunali ormai da mesi ha stancato tutti e la distruzione delle Terme Luigiane continua senza che l’assessore regionale competente Orsomarso si attivi per quelle che sono le prerogative del suo ruolo istituzionale. Negli ultimi tempi abbiamo assistito al festival della prepotenza e dell’illegalità al quale l’assessore ha partecipato da perfetto spettatore, in pieno accordo con il suo amico ed elettore Tripicchio, senza prendere alcuna posizione ufficiale e quindi, nella sostanza, schierandosi apertamente con chi sta facendo di tutto per distruggere il lavoro di migliaia di persone e la più grande attività produttiva del Tirreno cosentino, che in 80 anni di storia imprenditoriale non è mai stata sfiorata dal malaffare e che ha fatto della legalità la sua bandiera.
Tutti si chiedono quali interessi si celino dietro questo agire scellerato, visto che tutte le azioni poste in essere dai due amministratori vanno contro sia la tutela dell’occupazione che la prosecuzione dell’attività termale, contraddicendo in maniera eclatante i miseri e vacui annunci sbandierati qua e là sui social.
La stagione 2021 è persa, e di ora in ora scema qualunque speranza di poterla salvare anche parzialmente!
Il Presidente Spirlì, dimostrando di essere un uomo libero dalle logiche di palazzo, nelle scorse settimane ha diffidato i due comuni ad adempiere ai loro obblighi di legge in relazione al corretto sfruttamento della risorsa termale, pena la revoca della concessione. Giovedì 3 giugno una rappresentanza dei lavoratori sarà in Regione per chiedere al Presidente di adottare qualunque provvedimento utile a salvaguardare i nostri posti di lavoro e l’erogazione delle centinaia di migliaia di prestazioni sanitarie e a non farci ritrovare di anno in anno a combattere per la nostra occupazione.
ASSOCIAZIONE COMITATO LAVORATORI TERME LUIGIANE