Speculazioni sui tamponi, Codacons diffida la Regione
L’Associazione ha presentato un esposto alla Guardia di Finanza
Un esposto alla Guardia di Finanza per verificare ed impedire ogni possibile speculazione sui costi degli esami diagnostici sul coronavirus.
Test diagnostici venduti da laboratori privati venduti ai cittadini a prezzi stellari. Questo è quanto denuncia il Codacons, che chiede alla Regione di intervenire per bloccare tale forma di lucro sulla pelle degli utenti.
Nella città di Catanzaro – si legge nell’esposto – ci viene rappresentato che, per lo stesso esame, venga chiesto un prezzo enormemente differente.
Addirittura costi che raddoppiano. Il tutto a fronte di un costo delle analisi che per i laboratori non supera i pochi euro.
In un momento difficile, sia sotto l’aspetto sanitario ma anche economico, andrebbero impedite tutte le possibili speculazioni.
Speculazioni che, occorre sottolinearlo, vengono in qualche modo “incentivate” dall’inefficienza e dai ritardi della sanità pubblica.
Per questo abbiamo chiesto l’intervento della Guardia di Finanza per bloccare quelle che appaiono delle ignobili speculazione sulle paure dei cittadini.
Riteniamo, inoltre – sostiene Francesco Di Lieto – come i test diagnostici ed i tamponi necessari per l’emergenza sanitaria in atto, rientrino nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) di cui all’art. 117, comma 2, lett. m della Carta costituzionale e, pertanto, devono essere tempestivamente garantiti dalla Regione Calabria sull’intero territorio.
E’ inaccettabile l’inefficienza che, purtroppo, contraddistingue la sanità regionale e che costringe centinaia di persone a rimanere in casa in attesa dell’esito dei test.
Una sorta di arresti domiciliari – prosegue il Codacons – che si riflettono negativamente anche sulle attività lavorative, con ulteriori perdite economiche, in una situazione già di per sé difficilmente sostenibile.
Per questi motivo il Codacons ha diffidato la Regione a rimborsare i costi sostenuti da tutti i cittadini che, a causa della mancata disponibilità di strutture pubbliche o degli intollerabili ritardi, sono stati costretti a rivolgersi a strutture private per effettuare tamponi e test sierologici.