“Per 10 anni consecutivi avrei dovuto percepire per legge un’indennità di funzione di Sindaco netta di circa 2.000 euro mensili.
Ho scelto di ridurre questa indennità di circa il 35%, rinunciando a oltre 600 euro al mese.
In proporzione tutti gli assessori delle Giunte da me presiedute, hanno rinunciato pro quota al 35% dei rispettivi emolumenti pari a circa 300 euro a testa.
Facendo due conti, personalmente ho rinunciato a 72.000 euro in 10 anni, e se consideriamo le indennità di tutta la Giunta il risparmio totale è stato di oltre 250.000 euro!
E non si può dire che non abbiamo lavorato, sempre in trincea per tutelare gli interessi della città.
Dal 2013 questi soldi autorisparmiati hanno alimentato un fondo, il fondo che finanzia a Polistena l’assegno di sopravvivenza per i giovani di famiglie disoccupate tra i 18 e i 29 anni.
Polistena è un piccolo comune della Calabria e la mia è una semplice Amministrazione Comunale che si spende al servizio del suo popolo e del territorio. Ma per etica pubblica facciamo scuola e possiamo solo essere da esempio per una certa specie di politica.
Siamo andati ben oltre una previsione di legge, rendendo molto di più che “morale” ovvero “socialmente utile” un‘azione simbolica e dimostrativa che al di là della propaganda mediatica è un’iniziativa politicamente fortissima.
Non so se altri avrebbero agito allo stesso modo.
Ed infatti un manipolo di deputati che a prender poco, percepisce oltre 10.000 euro al mese a testa più altre prebende e privilegi, seguito a ruota sui territori anche da onorevoli regionali, non ha provato vergogna a chiedere il rimborso di 600 euro messo a disposizione per i titolari di partita iva durante il lockdown.
Mi chiedo, il primo errore è dello stesso (intero) Parlamento e prima di lui ancora del Governo che avrebbe dovuto vietare la possibilità di accedere ad una roba del genere.
È questa un’azione spregevole, come lo è per tutti coloro che pur non avendo bisogno hanno finto di essere in difficoltà per ottenere buoni spesa o altre prebende.
Il gesto dei (cinque?) deputati è una incredibile offesa per chi non ha nulla o chi ha perso il lavoro o chi ancora soffre le conseguenze della crisi economica da Covid.
Non sono i 600 euro il problema e nemmeno il fatto che il rimborso sarebbe stato “legalmente” percepito.
Il punto vero è l’arroganza del potere nei palazzi più alti che non genera più alcun pudore, alcuno scrupolo di coscienza legato al ruolo pubblico.
Un delirio di onnipotenza che rende impunito qualunque gesto e qualunque azione posta in essere dai detentori del potere spesso accompagnata dal vagabondaggio di chi dovrebbe presidiare il parlamento lavorando ogni giorno per gli italiani ed invece è il più assenteista di tutti.
Non è questa la politica che ho conosciuto.
Ma è l’ennesima prova che in politica non siamo tutti uguali”.
Michele Tripodi, sindaco di Polistena