SUL CARO TRIBUTI IL SINDACO PERROTTA RISPONDA A TRE SEMPLICI DOMANDE
Il sindaco Perrotta è intervenuto stamattina sulla questione tributi col proposito dichiarato di voler fare chiarezza, ma il risultato del suo intervento è l’esatto opposto di quanto da lui stesso annunciato, anche perché tutti hanno notato la cura che ha usato nel non nominare mai, in quindici minuti di monologo, le delibere della sua Giunta che hanno adottato gli aumenti di quest’anno, così come non è sfuggita la sua attenzione nel non voler parlare dell’argomento principale, l’aumento delle tariffe oltre il termine previsto dalla legge e, quindi, l’illegittima applicazione retroattiva al 2020.
Per contribuire ad una volontà di chiarezza che è di tutti, proponiamo al sindaco di focalizzare l’attenzione sui tre aspetti principali della vicenda, sfuggiti alla sua analisi odierna, che indichiamo con altrettanti punti di domanda:

  1. È vero che nell’aumentare i tributi con applicazione retroattiva non ha provveduto entro i termini di legge?
  2. Perché l’adeguamento delle tariffe non l’ha fatto in Consiglio in sede di verifica degli equilibri di bilancio?
  3. Una volta accertato che ci sono state queste violazioni, che lui stesso non nega e, secondo noi, non può negare, perché non procede come per legge ad un accertamento negativo degli equilibri di bilancio?
    Seguendo le disposizioni di legge, che già abbiamo indicato in una formale interpellanza ben nota al sindaco, basta una preventiva ammissione dell’illegittima applicazione retroattiva degli aumenti, e nel frattempo c’è pure modo di verificare e contrastare le esose richieste dalla Sorical.

Di certo, se si vuole fare chiarezza, non ci si può basare sull’odierno video diffuso dal sindaco su Facebook.
In particolare, la ricostruzione della vicenda inerente gli aumenti delle tariffe dell’acqua e della spazzatura non è di alcuna utilità per chi ha bisogno di capire come mai le bollette di quest’anno superano di gran lunga quelle dell’anno precedente. Sostenere che l’aumento di oggi deriverebbe addirittura da una delibera del 2009 rappresenta un lavoro di fantasia di elevatissima fattura che tuttavia non sembra in grado di convincere neppure il più sprovveduto dei contribuenti.
La mistificazione, negata dal sindaco ma che in realtà è ben presente anche nel sue parole odierne, deriva dalla confusione che si vuole fare fra livello generale delle tariffe ed aumento delle stesse rispetto all’anno precedente.
Per quanto riguarda il livello generale delle tariffe, è sin troppo ovvio capire che se il carico dei costi sostenuto dal Comune per la fornitura del servizio idrico e per la gestione del ciclo dei rifiuti fosse ripartito su un numero più alto di contribuenti, il carico tributario pro capite sarebbe più basso. Ed è quindi condivisibile ogni azione finalizzata alla ricerca dei contribuenti sconosciuti all’anagrafe tributaria. Tutto questo però non ha alcuna attinenza con gli aumenti contestati da questo gruppo consiliare e da gran parte dei cittadini. Se i contribuenti di quest’anno sono gli stessi dell’anno scorso, le tariffe dovrebbero essere uguali.
Invece, come più volte evidenziato, se le tariffe 2020 superano abbondantemente quelle del 2019 non è per la delibera del 2009 o perché il Comune è in riequilibrio finanziario, ma solo perché i costi di gestione del servizio sono aumentati senza che nessuno abbia effettuato alcun tipo di controllo su tali costi. Del resto, lo stesso assessore competente in materia di tributi ha dichiarato in consiglio che l’aumento è dovuto ad una fattura Sorical molto elevata, e sui social ha precisato che al momento per Scalea la Sorical denuncia un consumo di acqua uguale a quello di Cosenza, cosa sicuramente non attribuibile al numero dei residenti, più o meno sempre uguale, ma a verosimili dispersioni nella rete della stessa Sorical che meritano accertamenti, con conseguenti contestazioni delle relative ed esagerate pretese. A nostro modo di vedere il compito dell’amministrazione oggi è questo.
Il sindaco riferisce, invece, di una fattura Sorical risalente al gennaio del 2020 che nessuno ha contestato. La collocazione nel tempo del documento, sembra un chiaro tentativo di attribuire la responsabilità della mancata contestazione al commissario prefettizio. Ma non è così: salvo termini prescrizionali che al momento ci sfuggono la contestazione poteva essere mossa anche dall’attuale amministrazione. Perché non è stato fatto? Sarà forse anche questa una colpa da attribuire alle passate amministrazioni?
Per il resto, i richiami alla storia, al 2009, al 2013 o a qualsiasi altra epoca, per quanto la storia voglia essere assunta a maestra di vita, non hanno e non possono avere una grossa incidenza sulle delibere n. 17 e n.19 adottate dalla Giunta Perrotta il 25 novembre scorso e che, fino a prova contraria, costituiscono un frettoloso tentativo di far rientrare i costi nei tributi dell’anno già passato, quando i termini per farlo erano già decorsi e, soprattutto, quando il caso richiedeva, secondo i canoni di una amministrazione responsabile, una immediata contestazione delle esagerate pretese della Sorical, perché storia o non storia, di certo Scalea non può consumare acqua nella stessa misura di Cosenza, come affermato dal suo assessore al ramo.
Chiarezza per chiarezza, sappiamo bene che l’attuale maggioranza non ammetterebbe mai un proprio errore per dar ragione alle opposizioni, ma in questo caso, considerati i disagi reali vissuti da famiglie e commercianti, oltre ogni ovvia considerazione sul particolarissimo momento della nostra economia, riteniamo che, per tutelare i cittadini e solo nel loro interesse, ci possa stare un atto di ravvedimento e di correzione da parte dell’amministrazione, chiamata non da noi ma dal comune senso di giustizia a revocare gli atti di aumento illegittimi e a disporre contestualmente accertamenti sulle pretese di pagamento da parte della Sorical, riservandosi di pagare solo l’acqua effettivamente consumata nel Comune di Scalea, che è cosa ben diversa da quella consumata nella città di Cosenza.


PER SCALEA, Il capogruppo Angelo Paravati