Riceviamo e pubblichiamo:

«I consiglieri di opposizione del comune di Scalea Angelo Paravati, Francesco Silvestri, Raffaele D’Anna, Giovanna Versace, Eugenio Orrico, Giuseppe Angona, Giuseppe Antonio Torrano analizzano la crisi che si è acuita all’esito delle risultanze dell’ultimo consiglio comunale che ha visto la mozione di sfiducia votata da 8 dei consiglieri su 15 presentl, conferma la difficoltà di funzionamento dello stesso già platealmente manifestatasi nel corso di quello del 28 ottobre 2024, che ha bocciato una proposta di delibera formulata dal presidente dell’assemblea, Gaetano Bruno, col voto contrario di sette consiglieri di maggioranza ed ha altresì bocciato ben due emendamenti proposti dal sindaco.Nel corso della seduta si è registrata anche una dura reprimenda del consigliere Gaetano Bruno nei confronti del vicesindaco Alfano, con spunti polemici che hanno interessato anche il sindaco, e con accenni alla difficoltà, se non impossibilità, di tenere riunioni di maggioranza tra i consiglieri oramai da mesi a causa delle contrapposizioni politiche insorte tra loro.La votazione della sfiducia al sindaco, pur se di fatto respinta, ha rimarcato quell’insanabile contrasto politico che ha determinato il venir meno di una solida maggioranza consiliare a sostegno dello stesso e del suo esecutivo, determinando una chiara situazione di impossibilità di funzionamento del Consiglio comunale, atteso che, al momento, l’amministrazione Perrotta può contare sul sostegno pieno di soli sette consiglieri su sedici, decisamente insufficiente a supportarlo. Risicata maggioranza dalla quale derivano anche conseguenze facilmente immaginabili per la comunità proprio per la decisività di ogni singolo consigliere nel mantenere in piedi la compagine amministrativa.Allo stato, dunque, anche per evidenti quanto oggettivi conflitti politici interni, dettati da profonde motivazioni ideologiche, è emersa sempre più marcata, l’assenza dei presupposti giuridici e fattuali per una prosecuzione del Consiglio Comunale, essendo venuta meno in modo insanabile la rappresentatività dell’iniziale compagine di maggioranza e delle conseguenti prerogative richieste. Conseguentemente, si ritiene che il Consiglio Comunale non può ulteriormente assistere, passivo, solo per tutelare egoisticamente la propria sopravvivenza, ad un così grave degrado, senza farsi complice di una inaccettabile inerzia a tutto danno della comunità e dei cittadini che ripongono in questa Istituzione le proprie naturali esigenze ed aspettative per una crescita culturale e sociale.Ciò che ha costretto, nel corso della seduta, la Vice Sindaca, Dott.ssa Annalisa Alfano, mai difesa chiaramente dal Sindaco ed avversata all’interno della stessa compagine, a rimettere ogni incarico in precedenza affidatole. Decisone coraggiosa, politicamente corretta ma soprattutto leale e rispettosa nei confronti della cittàdinanza. È innegabile che la Alfano si sia sempre distinta dal gruppo di maggioranza per competenze, capacità politiche e comunicative, che le hanno consentito di godere, nel tempo, di stima e fiducia da parte dei cittadini e dei vari gruppi politici locali. Le si riconoscono il merito di aver lavorato fino all’ultimo pergarantire alla città di Scalea credibilità e onorabilità istituzionale. Caratteristiche necessarie che la classe politica dirigente deve possedere per assicurare un progetto politico solido e duraturo. Altra posizione forte e determinata è stata quella assunta dalla D.ssa Gianna Fiore, mai adeguatamente valorizzata quanto alle Sue competenze, nel votare a favore della sfiducia, perché, ormai, consapevole della impossibilità di adempiere ai doveri derivanti dal proprio mandato accertata quella irreversibile crisi politica che, da più tempo, ha pregiudicato e pregiudica, tutt’ora, paralizzandola, l’azione amministrativa del comune.Paralisi che neanche il rientro del consigliere Bruno potrà risolvere, a parte ogni facile considerazione di altra natura, non certo solo squisitamente politica.Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri comunali, consapevoli della responsabilità assunta nel 2020 a seguito delle elezioni amministrative nei confronti di tutti i cittadini, invitano pubblicamente il Sindaco a rassegnare le dimissioni per il dovuto rispetto verso la città. Lasciare è difficile, ma resistere rischia di diventare patetico ….e una cattiva uscita di scena rovina l’intera rappresentazione, non salvando neanche le apparenze»