Di Martino Ciano (Radio Digiesse)
Non si arrestano le lamentele di coloro che lavorano all’ex Consorzio di Bonifica Valle Lao di Scalea, oggi Consorzio di bonifica integrale dei bacini del Tirreno cosentino. Gli stipendi arretrati pesano come un macigno e la preoccupazione per il futuro dell’Ente ci sta tutta.Noi abbiamo parlato con il presidente del Consorzio, Antonio Miceli. Per quanto riguarda le mensilità arretrate, Miceli ci ha spiegato che sono cinque e non sei o addirittura sette come ribadito in più occasioni. Infatti, mancano all’appello ottobre, novembre, dicembre, gennaio e la tredicesima. Una mensilità è stata versata il 4 febbraio. L’obiettivo è saldare tutto, come è giusto che sia, il vero problema però risiede nei conti dell’Ente. E non è una scusa.”Da tempo – ha detto Miceli – abbiamo chiesto un incontro con la Regione Calabria. Abbiamo bisogno di un aiuto concreto per garantire la continuità. Il Consorzio soffre da parecchio tempo”.In poche parole, l’Ente non riesce a coprire il proprio fabbisogno con i tributi che incassa, anche se in questo periodo c’è stato un aumento degli introiti. E qui si apre un altro problema segnalato dai lavoratori: se non si possono pagare gli stipendi, perché si parla di nuove assunzioni?
La risposta di Miceli è chiara. Da anni, il Consorzio vive un paradosso: anche se c’è un esubero di persona, mancano gli operai specializzati.
Non è detto che ci saranno delle nuove assunzioni, fatto sta che per rendere più efficiente la gamma dei servizi offerti, ci vogliono delle figure specializzate, altrimenti perché i consorziati dovrebbero continuare a pagare il Consorzio?Ciononostante il vento della protesta non si ferma. Bisogna trovare una soluzione definitiva per rimettere in sesto l’Ente. Negli anni si è scelta la strada dei palliativi, ma sembra che a poco sia servito.