Di Francesca Lagatta
La questione dell’occupazione demaniale abusiva a Santa Maria del Cedro, è tutt’altro che conclusa. Questa mattina il sindaco della città, Ugo Vetere, nella sua qualità di capo della polizia municipale, ha fatto irruzione in uno dei villaggi turistici a ridosso del lungomare cittadino, perché nei giorni precedenti ha avuto il sentore che la struttura svolgesse attività commerciali nonostante l’assenza di autorizzazioni. Dal sopralluogo è emerso che i sigilli apposti nell’area che delimita i beni dello Stato erano stati violati, mentre per quanto riguarda la natura dell’utilizzo della struttura è stata acquisita una fitta documentazione che ora sarà posta al vaglio degli organi inquirenti. I sigilli sono poi stati nuovamente apposti dai carabinieri e dagli agenti di polizia locale presenti sul posto.
Se una parte il villaggio è stata costruita nei terreni del demanio, l’altra è stata trasferita al Comune di Santa Maria del Cedro che dovrebbe esserne il legittimo proprietario. «Non prendiamo i rifiuti da due anni, per noi la struttura è di nostra proprietà. Tra l’altro l’Asp di Cosenza l’ha dichiarata chiusa sia nel luglio 2017, sia nel luglio 2018. C’era una scia commerciale che è stata rigettata, lo stimatore nominato dal tribunale amministrativo ha detto che non ci sono le condizioni igienico-sanitarie per svolgere le attività e che ci sono abusi edilizi non sanabili».
«I gestori della struttura erano pronti per l’invio dei documenti»
Secondo il sindaco Vetere, l’attività turistico-ricettiva in corso è stata effettuata senza che gli attuali gestori avessero inoltrato alcuna autorizzazione. A loro discolpa, hanno però dichiarato che erano in procinto di installare il server per consentire la trasmissione degli atti. Inoltre, avrebbero dichiarato di essere in possesso di regolare contratto di locazione, dal quale non si evincerebbe alcune veto. Ad ogni modo, è stata acquisita una fitta documentazione, che sarà trasmessa agli uffici competenti.
Momenti di tensione
In mattina non sono mancati i momenti di tensione. Il sindaco, prima di entrare, ha effettuato numerose telefonate dai toni infuocati per richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Dopo svariati tentativi, è stato raggiunto da una pattuglia dei carabinieri della locale stazione. «Vorrei che il procuratore Nicola Gratteri – ha detto alle nostre telecamere – si accertasse sulle garanzie di legalità che offre il Tirreno cosentino. Va bene indagare i sindaci, ma forse è ora che si indaghi anche su alte questioni». Si sono registrati screzi anche con i gestori della struttura che al momento del blitz hanno paventato per i presenti la presunta violazione di “proprietà privata“.