SAN LUCIDO- “La Rassegna culturale “Luci di Calabria per il turismo di ritorno”, progetto che l’Amministrazione comunale di San Lucido svolgerà dal 12 al 16 luglio 2024, punta sul recupero e valorizzazione della storia e delle tradizioni locali come leva per promuovere l’orgoglio delle proprie radici. Un posto di primo piano ha sicuramente la gastronomia, che porta in sé la narrazione di ciò che intesseva la vita delle generazioni che hanno contribuito a costruire la realtà dei nostri territori. Sarà su queste motivazioni che dalla rassegna avrà origine l’indicazione dei prodotti DECO su cui ricostruire la memoria identitaria sanlucidana. E sulla gastronomia la narrazione è soprattutto quella che si è tramandata nel tempo. San Lucido è innanzitutto la cittadina del cappero, citato da sempre nel racconto popolare ma anche scritto come pianta spontaneamente abbarbicata ai muri delle case e soprattutto ai muri di cinta. Si tratta di una qualità speciale dai frutti particolarmente gustosi. Sono in tanti a raccoglierli ed a lavorarli per uso proprio, ma sarà interessante incoraggiarne la lavorazione per fare del cappero sanlucidano un punto di forza del commercio locale. Inoltre le tradizioni culinarie di San Lucido sono molto legate alla panificazione che si svolgeva presso i forni del centro storico. Caratteristico era nei tempi antichi, l’andirivieni delle nostre donne presso quella che attualmente è la via dei forni. Prodotto principale la pitta. Pane tradizionalmente calabrese, la cui origine è forse greca, o forse romana: “picta”, cioè “pitturata” per ricordare l’usanza romana di decorare le focacce per offrirle alle divinità. La regina delle pitte sanlucidane era la “pitta chjina”. Nella tradizione popolare l’indicazione della sua ricetta: “A pitta chjina consisteva in uno o più strati di pasta lievitata con dentro alici salate, pomodoro a fette, cipolla, origano, un po’ di sale e olio d’oliva”. Dagli ingredienti utilizzati, è chiaro che essa rappresenta in toto l’identità sanlucidana poiché incarna la duplice vocazione territoriale ed economica, associando prodotti provenienti dalla collina quali il grano, l’origano ed i pomodori, con il più tipico prodotto ittico, qual è costituito dalle alici salate. Si tratta quindi di prodotti che mirano a preservare la memoria storica del popolo sanlucidano e la conservazione e valorizzazione della sua identità”. È quanto rende noto l’Assessore alla cultura del comune di San Lucido, Floriana Chiappetta.