Il numero dei guariti in continuo aumento, a discapito dei casi di positività al coronavirus che non cresce più da settimane. Si respira un’aria meno pesante nel comune Di San Lucido, e queste premesse, lascerebbero presagire, che il presidente, Jole Santelli potrebbe finalmente ordinare ( come accaduto per Rogliano ) che il paese tirrenico non sia più “Zona Rossa”. Senza voler assolutamente alimentare voli pindarici, la fase due, Se affrontata con coscienza, potrebbe rivelarsi una manna dal cielo anche nel comune tirrenico, nonostante la preoccupazione sia in ogni caso tanta.

La Politica,il commissario prefettizio Micucci, stanno valutando il da farsi, avendo un quadro ben definito della situazione. Siamo venuti a conoscenza, di alcune proposte protocollate proprio al dott. Micucci, da parte del Partito Democratico del segretario Scarlato. L’atto, anzi la missiva, è stata protocollata Lunedì. Tra i punti evidenziati, e non “Pubblicizzati” dai Dem, evince che: “Fermi i doverosi ringraziamenti all’autorità prefettizia che ha coordinato quanto previsto dalle varie normative e/o ordinanze e ricordando in proposito tra i diversi presidi la costituzione del Centro Operativo Comunale per emergenza Covid-19 – C.O.C., con la presente, si vuole interloquire con la prefata Autorità nella persona del Vice Prefetto aggiunto Dott. Roberto Micucci, giusto decreto prefettizio di nomina n. 28029 del 15.04.2020, nonché con i responsabili sanitari preposti, per conoscere se e in quali termini sono state o saranno attivate le misure previste dall’ordinanza regionale n. 33 del 18 aprile 2020 (in richiamo del PGR 29/2020) e quali misure si intendono porre in essere
dalla fine del lockdown da più parti richiamato e previsto per il 3 maggio p.v.
In particolare, il Partito Democratico, vuole porre l’accento sulle disposizioni aventi ad oggetto il territorio del Comune di San Lucido, con riguardo a:
a) Attività di screening sanitario continuo;
b) Fornitura dei DPI, per la cittadinanza, per i componenti del COC, per i volontari e per tutti coloro che offrono servizi socio/assistenziali; c) Raccordo continuo tra i Medici di Base e la competente Asp al fine di monitorare il decorso del contagio e per agire tempestivamente, nella malaugurata ipotesi, che vi siano possibili
segnalazioni di nuovi casi, con particolare riguardo anche all’attivazione della cosiddetta USCA (Unità Speciale di Continuità Assistenziale);
d) Individuazione della prevista apposita struttura per l’osservanza della quarantena
domiciliare per i soggetti che eventualmente non possono usufruire
( e di questo parleremo approfonditamente nei prossimi giorni)

Il Partito Democratico ritiene quindi, alla luce di quanto sopra, che non si debba procrastinare
ulteriormente la cosiddetta “zona rossa” ma che sia indispensabile predisporre per tempo le corrette misure volte a tutelare la salute dei cittadini di San Lucido in vista del ritorno alla tanta auspicata
“normalità” ed evitando ulteriori negative esposizioni mediatiche alla intera comunità.
E’ di tutta evidenza infatti che rappresenterebbe un fattore di straordinaria importanza e rilevanza
se si procedesse con l’attività di screening sanitario generalizzato della popolazione come peraltro
richiamato dall’art. 4 comma E della ordinanza regionale 29/2020.
Ed è di maggiore evidenza il beneficio che tutta la comunità trarrebbe dall’attivazione della USCA
(che potrebbe essere collocata nel nostro comune ed al servizio dell’intero comprensorio) che
garantirebbe un costante monitoraggio ed un migliore coordinamento tra i presidi sanitari locali
(medici di base – pediatri) e le competenti strutture sanitarie provinciali soprattutto nella prospettiva,
ormai imminente, della fine del lockdown e di un auspicato ritorno di nostri concittadini bloccati da
diverso tempo in altre regioni.
Proprio in ragione di quest’ultima eventualità la preoccupazione (per il quale assistiamo ad un
quotidiano e sempre maggiore confronto) è viva e presente nella nostra comunità già duramente
provata da questo lungo periodo di assoluto isolamento.
A tal proposito (per come indicato nella ordinanza regionale 33/2020 e visto quanto operato da altre
Amministrazioni a noi vicine) chiediamo di conoscere “lo stato dell’arte” rispetto alla individuazione
della eventuale struttura (augurandoci di non doverla mai utilizzare) che potrebbe ospitare gli
eventuali soggetti individuati con l’attività di screening e monitoraggio evidenziati in precedenza e che
si trovassero nella impossibilità di un idoneo ed autonomo isolamento domiciliare, questo
naturalmente al fine di evitare il cosiddetto contagio endofamiliare o di convivenza (già causa della
maggior parte dei casi che hanno afflitto la comunità sanlucidana).
Ulteriore importante componente, per evitare di ricadere nello stesso dramma dal quale San Lucido
sta faticosamente ma coerentemente uscendo dopo 47 giorni di isolamento assoluto, è la continua e
gratuita fornitura, da parte della Protezione Civile, dei dispositivi di protezione individuale (DPI)
alla cittadinanza e la cui distribuzione deve essere assicurata dal personale del C.O.C. cui si è
affiancato, sin dal primo momento, il corpo dei volontari; ad entrambi va il nostro sincero
ringraziamento per l’encomiabile lavoro svolto in aiuto dei nostri concittadini.