L’emergenza sanitaria che il mondo sta vivendo non ha eguali, il Sistema Sanitario Nazionale ne uscirà stremato e con molte questioni da risolvere ma è in una regione come Calabria che si avverte la drammaticità di non avere una sanità che non sappia rispondere neanche ai Livelli Essenziali di Assistenza.
Forze e concentrazione sono in questo momento impegnate nell’emergenza pandemia ma da molte parti si alza il grido d’allarme e il bisogno di strutture sanitarie che abbiamo la capacità e siano messe nelle condizioni di offrire l’assistenza necessaria ai territori ormai abbandonati a se stessi da 10 anni di commissariamento e di malapolitica. Come Italia del Meridione abbiamo fatto della sanità un baluardo della nostra azione politica, lo abbiamo fatto nella scorsa legislatura presentando attraverso il nostro rappresentante istituzionale mozioni e interrogazioni e con azioni sui territori e continueremo a farlo.
Nuovamente ci troviamo nella necessità di denunciare un disservizio protratto ormai da tempo presso l’Ospedale Civile di Praia a Mare (Cs) dove giace inutilizzata da ormai tre anni una macchina per la risonanza magnetica. La presenza del macchinario indispensabile per effettuare esami diagnostici più approfonditi e la sua mancata messa in funzione ha ormai del grottesco tra rinvii, rimpalli, prese in giro, a cui purtroppo siamo costretti ad assistere e drammaticamente a subire.
Già ad ottobre 2019 l’allora reggente dell’Asp di Cosenza la dott.ssa Erminia Pellegrini aveva disposto l’immediata attivazione del macchinario e di conseguenza il trasferimento al nosocomio praiese di un radiologo dall’Ospedale Iannelli di Cetraro. Macchinario che rimane chiuso in una stanza dall’aprile 2017 ma da allora la potente Tesla 1.5 non è mai entrata in funzione nonostante i costi giornalieri e le tante segnalazioni ad Asp e procure. Le disposizioni sono contenute in un documento redatto dalla stessa Pellegrini in risposta all’interrogazione regionale n. 505 presentata il 17 settembre scorso dal già consigliere regionale Orlandino Greco. A dicembre 2019 pubblicamente in un’intervista rilasciata al TG3 Calabria il dott. Tramontana, portavoce dell’Ospedale di Praia a Mare, ha dichiarato ed ammesso che il macchinario è fermo da 3 anni e che era in corso una procedura che avrebbe portato in tempi brevissimi e cioè già a gennaio 2020 all’attivazione della risonanza. Siamo a maggio è ancora tutto tace, tranne naturalmente le parole, parole e continue parole che hanno reso tale questione non più tollerabile e che ha mostrato anche in questa occasione di emergenza la sua drammaticità, privando i cittadini, in questo caso del Tirreno cosentino, di un servizio salvavita e senza alcuna motivazione visto che il macchinario è a disposizione e ancora confezionato di tutto punto. Oltre il danno quindi la beffa! E nel frattempo chi non ha la possibilità economica di fare una risonanza privatamente si vede costretto a rimandare l’esame e sfortunatamente alcune volte si arriva a ritardi di diagnosi che pregiudicano la vita stessa e incentivano quella emigrazione in altre regioni, soprattutto in realtà di confine come quella di Praia a Mare, con conseguente aumento della spesa sanitaria regionale calabrese.
Come IDM chiediamo oggi alla neogovernatrice Santelli d’intervenire, inaugurazioni, passarelle, incontri, promesse non rispettate, la cittadina tirrenica ne ha viste abbastanza, anche troppe, è nessuna ha assicurato né la riapertura del nosocomio, ormai storia infinita e che ha conquistato l’eco mediatico nazionale, né l’attivazione del macchinario diagnostico.
E così in Calabria, virus o non virus, si continua a morire perché talvolta gli strumenti diagnostici, atte anche a quella necessaria prevenzione che salverebbe molte vite, per disinteresse della non politica o politica del vuoto vengono comprati e non usati!
SERENA CARROZZINO
REFERENTE IDM