“Stamattina sono stato a Riace per esprimere a Mimmo Lucano la mia totale solidarietà e vicinanza umana.
Io so come ci si sente. Risucchiati dentro un gorgo che ti toglie il respiro e ti ottenebra la mente. Questa è stata la mia sensazione quando sono stato raggiunto da un provvedimento giudiziario che mi toglieva la libertà e mi obbligava, da Presidente di Regione, a restare chiuso nel mio Comune.
Non lo dimenticherò mai!
Anche se la Suprema Corte di Cassazione e successivamente una sentenza, non appellata dalla Procura, mi hanno definitivamente assolto con formula piena: “perché il fatto non sussiste”.
Da allora continuo a battermi, con ancor più determinazione, per una giustizia giusta in Italia, a cominciare dalla Calabria.
Rimango convinto, anche in un momento così tragico, che, negli altri gradi di giudizio, Mimmo Lucano ne uscirà assolto.
Tuttavia, a questo punto, non è possibile più evitare di porsi esplicitamente alcuni interrogativi.
Perché una sentenza così abnorme, nel processo di primo grado, con una condanna che raddoppia persino le richieste dell’accusa?
È possibile che dare accoglienza agli immigrati possa comportare ipotesi di reato così gravi?
Cosa fare perché esperienze e fatti così drammatici non si ripetano?
Sono interrogativi che vanno ben oltre la piena vicinanza umana e politica che io sento verso Mimmo Lucano, ma che testimoniano le ragioni di fondo della mia scesa in campo in questa battaglia, che non riguarda solo l’elezione del prossimo Consiglio Regionale.
Semplicemente voglio dire che difronte ai calabresi onesti, per ciascuno di loro, a partire dal mondo della sinistra diffusa e del PD, si pone una questione enorme e, al tempo stesso, assai delicata.
Che cosa deve succedere ancora per acquisire piena consapevolezza che nella nostra regione sta avvenendo qualcosa di grave, inquietante e profondamente distorto?
Quanto bisognerà aspettare ancora per suscitare e mettere in campo un sommovimento profondo delle coscienze e dell’agire civile?
Il riscatto della Calabria, a partire dal contrasto efficace alla criminalità organizzata ed alla corruzione, passa dall’affermazione di una giustizia giusta capace di recuperare la fiducia dei cittadini verso le Istituzioni”. È il commento di Mario Oliverio.