ANCHE sul reddito di cittadinanza la Calabria si dimostra come terra di paradossi. Ad esempio a Dinami, recentemente insignito del poco ambito titolo di comune più povero d’Italia, nessuno ha, fino a ieri, presentato domanda per il reddito di cittadinanza. In effetti se guardiamo i dati globali il paradosso calabrese è evidente. Tutti gli indicatori macroeconomici ci indicano come una regione in grande affanno. Se mediamente, nel nostro Paese, una famiglia può contare su un reddito che si aggira intorno a 28 mila e 500 euro annui, qui in punta allo stivale di euro se ne contano invece molti di meno.
In Calabria si vive con un reddito inferiore di dieci mila euro rispetto a quello della media nazionale: 18.500. Lontanissimo da quello del Centro-Nord che si aggira tra i 35,4mila del Nord-Ovest, i 34,3mila del Nord-est e i 30,7mila del Centro. Se questi sono i dati di partenza ci si aspettava in Calabria, dove il Movimento 5 Stelle fra l’altro ha fatto un pieno di consensi elettorali, un numero altissimo di persone possibili beneficiarie del reddito di cittadinanza. In realtà i dati diffusi nei giorni scorsi dall’Inps dicono che non è così e che quindi la Calabria economicamente forse non è messa così male.
La popolazione attiva nella nostra regione (cioè i residenti di etá compresa tra i 15 e i 64 anni ) é pari a 1.280.000 persone.
La platea potenziale del reddito di cittadinanza, secondo i dati diffusi dall’Inps, è pari a 144.000 unitá, quindi qualcosa in meno del 12% della popolazione attiva. Un dato che ha fatto saltare molti sulla sedia.
Vuoi vedere che tutto quello che raccontiamo da anni sull’economia calabrese non corrisponde a realtà?
«Il dato non mi sembra attendibile – ci dice Valentino Marzella, responsabile dei centri Caf per la Cgil – Io credo che questa valutazione dell’Inps, riferita ai modelli Isee presentati nel 2018 sia troppo bassa e non solo perchè in molti non hanno mai redatto il proprio Isee. Il dato viene fuori attraverso l’incrocio delle banche dati di Inps e Agenzia delle Entrate. Sono sicuro che il numero aumenterà e di molto».
I primi effetti della partenza del reddito di cittadinanza, però, sembrano confermare questo andamento. Nei primi giorni le operazioni di presentazione della domanda si sono svolte con assoluta tranquillità e non c’è stato l’”assalto alla diligenza” con file chilometriche che pure qualcuno aveva previsto.
«I dati definitivi ancora non li abbiamo – continua Marzella – Come Cgil posso dire che ai nostri Caf sono state elaborate già 1200 pratiche e abbiamo almeno trecento appuntamenti fissati. Nei prossimi giorni dovremmo incrociare anche i dati degli altri caf per avere un primo numero. Ritengo che in questa settimana avranno presentato domanda non più di 5/6 mila persone in tutta la Calabria».
Insomma per il momento i dati sembrano dirci che tutta questa povertà in Calabria non c’è oppure che i paletti messi dal Governo sono talmente troppi che varie categorie rischiano di non accedere alla misura pur versando in condizioni economiche difficili. È solo il caso di specificare che i dati dell’Inps ricomprendono la platea degli aventi diritto non di chi ha presentato domanda. Questo vuole dire che in quel numero ci sono anche quelli che eventualmente preferiscono non presentarla affatto la domanda e magari vivere di nero per la paura di vedersi assegnato un posto di lavoro lontano da casa. Ricordiamo che la legge prevede che la terza proposta di lavoro può essere fatta su tutto il territorio nazionale, ma andare a vivere a Milano con un salario di 1200 euro al mese è impresa ostica. Ma questo è un altro aspetto del discorso.
La domanda quindi resta e forse una prima spiegazione può essere trovata nel grande patrimonio immobiliare che esiste in Calabria. Una diffusa proprietà immobiliare, infatti, mette fuorigioco diversi attori. Così come un altro fattore potrebbe essere l’elevata propensione al risparmio dei calabresi che magari guadagnano poco, ma hanno la tendenza ad accumulare i risparmi. Insomma questo dato del reddito di cittadinanza merita un approfondimento da parte di economisti ed esperti del settore. Non solo locali. Il Governo ad esemio potrebbe, se il dato è vero, prendere ad esempio la Calabria per capire l’effettiva validità di questa misura nelle regioni del Meridione.
Fonte il quotidiano del sud.