Di Francesco Maria Storino. Fonte: Gazzetta del sud

Pronto soccorso scoppiano e i posti letto scarseggiano. Quelli estivi sono stati mesi difficili e di perenne affanno per l’ospedale di Paola. In particolare nelle settimane di agosto. Quasi trenta giorni nei quali i corridoi del reparto sono stati affollati – in conseguenza anche del grosso aumento della popolazione sul litorale – all’inverosimile. Il personale si è così destreggiato tra numerosi problemi dovuti per lo più a riuscire a rispondere per tempo alle richieste di cura. Tutto questo in attesa che veda luce quel potenziamento annunciato ma ancora non attuato. Un mese nel quale dove solo per quanto riguarda l’Ortopedia si è stati costretti a triplicare gli sforzi per consentire le urgenze e le operazioni ordinarie. Si tratta dell’unico reparto rimasto sulla costa tirrenica dopo le chiusure registrate nel tempo a Praia e Cetraro (qui i pazienti con Tso sono costretti a stazionare nel Pronto soccorso per assenza di posti letto a Psichiatria).Ma sono stati un po’ tutti i reparti ad andare in affanno a causa di quegli spazi ristretti non in grado di ospitare i degenti. Come spiega Cosmo De Matteis per il sindacato medici italiano. «Quei tanti che hanno dovuto ricorrere al Pronto soccorso, hanno vissuti momenti drammatici. Personale insufficiente, carenza totale di posti letto, persone in barella per due giorni in attesa del posto letto, un problema questo che riguarda ormai tutta la Calabria. Forse qualcuno dovrebbe far capire ai politici che quello che manca sono i posti letto nei reparti. Una volta trattato il paziente e fatta la diagnosi va ricoverato per il prosieguo delle cure e per lasciare il posto alle nuove urgenze. Non deve passare settimane in attesa di un posto letto. Può difatti accadere che un paziente che non trova posto nei reparti ospedalieri sia costretto a stazionare più di un giorno in Pronto soccorso con tutte le conseguenze del caso anche per i continui afflussi».