Premesso che il R.D.L. n. 3267 del 30 dicembre 1923 (in materia di assetto ed utilizzazione del territorio – difesa del suolo) sottopone a vincoli idrogeologici precisi terreni di qualsiasi natura e destinazione che con danno pubblico possono subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque, con la presente le Associazioni sottoscriventi chiedono in prima istanza il ritiro, o comunque la sospensione fino a nuove valutazioni, di ogni procedura volta alla vendita e al taglio di un lotto boschivo di circa 22 ha in Località Cozzo Cervello in agro di Paola (CS).
Il mondo sta vivendo enormi cambiamenti: sociali, economici, ambientali. Una nuova epoca fa il suo ingresso spianando la strada a nuove politiche, capaci di affrontare a pieno le prove che il futuro ci riserva. In tutto questo noi ancora non siamo pronti. Rispondiamo alle sfide che ci vengono poste con vecchie logiche, legate più allo sfruttamento che alla salvaguardia dell’indispensabile capitale umano e naturale. Oggi è il tempo della responsabilità, non possiamo più consentire uno sfruttamento illimitato e imprudente di risorse al solo scopo di generare profitto. È con tale spirito che, appellandoci alla responsabilità di chi governa il nostro comune, chiediamo di fare un passo indietro ritirando ogni provvedimento che autorizza il taglio di ben 1972 alberi di faggio e di un ulteriore numero di piante – finora sottaciuto – pari a 676 in località “Cozzo Cervello” (guarda il video).
Non se ne ravvisa la necessità, ma ancor prima non si comprendono i motivi che spingono questa amministrazione ad abbattere una cattedrale naturale di alberi ad alto fusto che rappresentano un patrimonio inestimabile di ossigeno, bellezza, vita… un valore che va ben oltre la base d’asta di 54.335 euro.
Un patrimonio che non abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto ma che abbiamo in prestito dai nostri figli. Pertanto è nostro dovere inderogabile salvaguardarlo, proteggerlo, custodirlo. A nessun uomo è concesso uccidere una vita, sia essa vegetale o animale, per ricavarne denaro.
Bloccare il disboscamento, benché autorizzato, di Cozzo Cervello, non è solo un atto politicamente conveniente ma è un gesto che serve a garantire maggiore trasparenza. Ad oggi infatti, non si conoscono i criteri in base ai quali è stato selezionato circa un albero ogni cinque, non si conoscono le strade d’accesso per raggiungere ogni albero martellato, non si può evitare il trascinamento dei tronchi danneggiando di conseguenza anche il sottobosco e la biodiversità. Per non parlare poi del controllo del territorio, da anni assente, di non facile attuazione per le varie commistioni tra interessi pubblici e privati. Gli stessi sottocavalli non sono tutelati a sufficienza o comunque potrebbero subire danni irremissibili nonostante un controllo attento.
Ci sono poi diverse piante protette, come l’agrifoglio e il pungitopo, che crescono spontanee su Cozzo Cervello. Tanto è sufficiente per arrestare ogni attività di taglio per non incorrere in conseguenze ben più gravi.
Sotto questo aspetto, il Sito di Importanza Nazionale (SIN6 IT9300191), unitamente a “Bosco Luta”, appartiene alla Rete Natura 2000, in quanto area a dominanza di faggete con abies, taxus e ilex, in attesa di essere protetto sotto la denominazione di Parco Naturale Regionale della Catena costiera, con Cozzo Cervello, Passo della Crocetta, Monte Caloria, Laghicello, etc..
In aggiunta, non è dato sapere come è stato stabilito il criterio di stima, ovvero la sua congruità. Anche in questo caso, oltre a ribadire l’inopportunità del prezzo, non se ne ravvisa l’esigenza per un Comune come Paola di incassare una cifra così esigua tanto a spingerci a ribadire che non si tratta di una vendita bensì di una “svendita”.
Resta da affrontare inoltre la questione del dissesto idrogeologico. La storia, anche recente, del nostro Comune ci insegna che ad ogni taglio di bosco è seguito un evento naturale disastroso. Ad esempio a seguito del taglio a monte di località Trifoglio, in passato, uno smottamento di terreno ha provocato il crollo dello storico ponte della Madonnella (probabilmente di epoca romana) nei pressi del Castello di cui, a ricordo, resta solo un moncone. Qualche decennio fa, il disboscamento che ha interessato Zona Gaudimare ha provocato la formazione di una diga naturale il cui cedimento ha prodotto un’enorme frana che è giunta sino alla S.S. 18 di cui ancora oggi tutti noi conserviamo testimonianza. Questi eventi non sono addebitabili alla natura ma a scelte sbagliate effettuate dall’uomo.
Da ultimo, diversamente da quanto a più riprese riferito dall’amministrazione comunale, il taglio dei faggi di Cozzo Cervello interessa il Cammino di San Francesco. Un percorso di 112 km di lunghezza che va da San Marco Argentano sino a Paterno, passando per il Santuario di San Francesco con 110 pietre miliari da percorrere in sei giorni. Un attrattore turistico importante che ha permesso alla città di Paola di elevare la sua immagine in ambito internazionale, utilizzando anche i più importanti canali televisivi e riviste nazionali. (GUARDA IL VIDEO) Nato dall’idea di esportare nuove forme di turismo sostenibile, esperienziale ed enogastronomico, ogni anno vede incrementare sempre più il numero di visitatori. Anche e soprattutto per questo motivo non si può procedere al disboscamento di Cozzo Cervello senza danneggiare l’oasi naturale che circonda il Cammino. Un ecosistema da mantenere integro nella sua unitarietà. (GUARDA IL VIDEO)
Se si vuol bonificare le nostre montagne, partiamo dai rifiuti, dalle carcasse auto e dalle lastre di eternit disseminate ovunque. Non è tagliando alberi nel pieno della loro vita che si tutela l’ambiente. Al danno già diffuso ne aggiungiamo un altro peggiore.
In conclusione, come sostiene don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, “ogni albero è in fondo un diritto. E i diritti non basta affermarli: bisogna tutelarli giorno per giorno, farli crescere in altezza e nella coscienza di ciascuno di noi. Piantiamo, dunque, un albero a testa e chiediamo ai potenti di questo mondo di leggere e di tenere sempre sul comodino quella favola profetica di un pastore che, da solo, ripopola di verde una vallata deserta, a cui è legato. Ama quel luogo perché sa guardarlo con gli occhi della possibilità, del futuro, della speranza. Coltiva quel paesaggio con lo sguardo, prima ancora che con le mani”.
Da qui la proposta per il Comune di Paola di piantare 16.000 alberi per partecipare da protagonista alla sfida ambientale con una nuova cultura green… rispettosa degli altri, del paesaggio, della storia e del futuro.
Nulla più della cultura può risvegliare le coscienze.
- Il Cammino di San Francesco
- Escursionisti Appennino Paolano
- Circolo Auser di Paola
- Uniauser “V.Padula”
- V.A.S.
- WWF
- Rete dei Beni Comuni
- Paola Bike Team
- Italia Nostra
- Le Forre del Tirreno.