Stiamo seguendo con non poca amarezza la vicenda della scultura realizzata in memoria di Luigi Gravina, che in questi ultimi giorni è tornata ad essere attenzionata dalla cronaca, perché sembrerebbe debba essere collocata in altro luogo per come comunicato per mezzo di una telefonata da parte del dirigente dell’Utc del Comune di Paola direttamente alla vedova, signora Luigina Violetta, collocata sin dal 2004 alla presenza di numerose autorità civili e militari. Secondo quanto è riportato da diverse Testate, il proprietario del sito scelto dall’allora Amministrazione comunale guidata dallo stesso sindaco Perrotta, avrebbe diffidato il Comune a rimuovere la scultura perché l’Ente non avrebbe mai corrisposto il fitto per quell’area, utilizzata anche come parcheggio pubblico, né avrebbe mai espropriato o acquistato la piccola porzione di terra ove è installato il simbolo antimafia. Siamo certi che l’Amministrazione comunale di Paola, sempre attenta alla memoria delle vittime innocenti, sappia porre rimedio alla vicenda. Spostarlo in altro posto, significherebbe in un certo qual modo svilire il significato di quell’opera che riceve pieno senso simbolico proprio perché collocata nel luogo esatto dove in quel 22 marzo del 1982, venne barbaramente ucciso dal clan Serpa un giovane artigiano, padre di cinque figli, perché aveva sempre resistito alle prepotenze ed alle minacce rivoltegli da chi era solito in quegli anni estorcere denaro ed altro ad onesti lavoratori. Un’opera simbolica, dunque in perenne ricordo di chi ha saputo resistere in anni difficili e violenti in cui, uomini come Gravina, Losardo, Ferrami, Panaro e pochi altri nel territorio, venivano spesso lasciati soli nella loro quotidiana opposizione al malaffare malavitoso.
Presidio Territoriale Libera alto Tirreno cosentino“Lucio Ferrami”