“Siamo contrari – afferma l’attivista Dariush Assadi a nome del Meetup 5 Stelle Lamezia Amici di Beppe Grillo – al progetto di fusione delle due aziende catanzaresi Pugliese-Ciaccio e Mater Domini. Un’integrazione peraltro non consentita dalla legge, quella tra le due aziende del capoluogo di regione, che potrebbe inglobare anche l’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, sebbene ad oggi non sia neanche dato sapere con quali modalità ciò debba eventualmente avvenire.
Non è insomma chiaro il ruolo che sarà assegnato al nostro nosocomio in questa riorganizzazione ospedaliera, né quali saranno gli eventuali benefici in termini di risorse, posti letto e personale”.
“L’ospedale di Lamezia – prosegue sempre l’esponente del meetup cittadino – fa inoltre parte dell’Asp di Catanzaro assieme a quelli di Soverato e Soveria Mannelli. Di conseguenza, per integrarlo, sorvolando sulle ovvie difficoltà tecniche e giuridiche del caso, occorrerebbe prima scorporarlo dall’Asp di Catanzaro. E va da se che siffatta procedura verrebbe a pregiudicare la poc’anzi citata Asp, la quale si ritroverebbe privata di una struttura ospedaliera come quella della città della piana, e quindi fortemente impoverita in termini di personale e risorse economiche, tanto da mettere addirittura in discussione la sua stessa sopravvivenza a causa della mancata capacità di erogare servizi all’intera collettività provinciale”.
“Qualora l’integrazione del Giovanni Paolo II dovesse diventare realtà, sarebbe necessario stilare un protocollo di intesa per stabilire con certezza quale sarà l’offerta sanitaria del nosocomio lametino”.
“Detto ciò, ci sembra un tantino avventuristico parlare di un trionfo per la sanità lametina, come taluni prevedono comporterebbe questa inclusione. Molto meglio tenere i piedi ben piantati a terra, consci delle numerose promesse fatte in questi anni tanto dal centrodestra che dal centrosinistra regionale e poi puntualmente disattese sotto forma di eterno mancato rilancio del servizio sanitario pubblico nel territorio lametino”.
“La politica dovrebbe sapere che i cittadini chiedono non altro che un posto letto immediatamente disponibile, senza dover essere sballottati a decine e decine, se non centinaia, di km di distanza, e un medico in grado di visitarli senza ore e ore di attesa al Pronto Soccorso o liste di attesa, per visite specialistiche, della durata di sei-otto o dieci mesi. Richieste – conclude Assadi – che hanno bisogno di risposte rapide e concrete, che nulla hanno a che vedere con le proposte di fusione e accorpamento dei vari presidi ospedalieri”.