PAOLA- Ma lo sa che noi attraverso le cessioni di Falchetti e Mengoni riusciamo ad avere la metà di Giordano? Da girare all’Udinese per un quarto di Zico e tre quarti…”.

Se non fosse per la serietà della vicenda che riguarda reparti e servizi sanitari pubblici, verrebbe quasi da paragonare la situazione inerente l’Ospedale San Francesco di Paola ed il sempre più probabile spostamento del reparto di Chirurgia da Paola a Cetraro, con la trattativa di mercato della Longobardi di Lino Banfi, mediante la quale il Presidente cedeva Falchetti e Mengoni, subito ad una squadra in cambio di Maradona dopo tre anni. Si, perché ad oggi sembrerebbe essere – volendo quasi sdrammatizzare – questo il termine di paragone più azzeccato, e a confermarlo, indirettamente, è l’ex vicesindaco del comune di Paola, Francesco Sbano. Ci ha pensato lui – che non ricopre attualmente ruoli istituzionali – a metterci la faccia sui social nonostante il silenzio dell’amministrazione comunale della cosiddetta Nuova Era. Queste le sue dichiarazioni: “Ecco cosa dice il DCA emanato dal presidente della regione, secondo me è molto equilibrato e corretto, inoltre rispecchia tutte le promesse che sono state fatte durante gli incontri tra le istituzioni. Ero presente alle riunioni e il Commissario ha spiegato correttamente che gli interventi di chirurgia complessa non possono svolgersi senza una terapia intensiva che ad oggi all’ospedale di Paola non esiste, quindi siamo riusciti ad ottenere che presto A Paola venga realizzata una terapia intensiva reale e funzionante perché quella di cui parlano, era un reparto di emergenza realizzato per affrontare un periodo emergenziale quale il COVID, per esempio a Milano hanno costruito un capannone enorme che poi oggi non funziona in quel momento poteva essere utile. Io credo che noi dobbiamo lottare affinché si realizzi tutto quello che e’ scritto in questo DCA e principalmente. La realizzazione della terapia intensiva e rianimazione che la sinistra in tempi non sospetti negli anni passati ha regalato alla Citta’ di Cetraro, solo così A Paola si potrà operare in sicurezza e si potrà gestire un politraumatizzato che arriverà in Ortopedia o che ha una complicanza dopo un eventuale angioplastica”. Resta da capire quel presto, tradotto in giorni, mesi o anni, quanto lungo sia. Intanto, pare apprendere che la Chirurgia l’Ospedale di Paola la perderà subito, in cambio di una terapia intensiva poi. Con la speranza, nonostante le polemiche dei Paolani che protestano, di una salvezza del reparto.