Ieri, davanti alla piccola rappresentanza dell’assemblea dei sindaci (solo circa un centinaio su 409) convocata alla Cittadella regionale, Oliverio, se prima il suo mantra era “se non ci saranno risposte, mi incatenerò”, adesso la protesta è diventata: “Tornerò all’assemblea dei sindaci e illustrerò loro la mia volontà di mettere in atto azioni forti”. Dunque, protesta più pacata. Forse a causa di una delusione? Sembrerebbe che Oliverio sia rimasto da solo. L’ “affare” sanità pare sia servito al governatore di capire che la sua maggioranza non ha più intenzione di fare quadrato intorno a lui. Lo stesso giorno in cui Oliverio ribadiva la sua volontà di incatenarsi (solo annunciata, per ora) alcuni esponenti del centrodestra  e del centrosinistra avevano deciso di convocare un “consiglio ad hoc” per approvare un documento unitario, sostanzialmente per dire “stiamo dalla parte del governatore”, prima dell’incatenamento. Tuttavia quel consiglio non è mai stato calendarizzato. Il motivo è semplice: non tutti i consiglieri di maggioranza condividono le posizioni del governatore e né probabilmente vedono di buon occhio la sua nomina a commissario. Un consiglio che ha taciuto forse per non mettere a nudo le lacerazioni di una maggioranza in fibrillazione. Oliverio ha subito fiutato l’aria “strana” e da qui il suo dietrofront sul consiglio ad hoc. E adesso la sua unica via d’uscita sembrerebbe quella di prendere tempo, e di “giocarsi” al meglio l’incontro con il ministro Lorenzin, che non sembra niente affatto intenzionata a nominare il governatore al vertice della sanità, ma che certo potrebbe fornire un passepartout di qualche tipo per evitare ad Oliverio un’eventuale figuraccia.

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