Di Antonello Troya
Non voglio accendere ulteriori polemiche e né spolverarne altre. Ma nella storia del mosaici chi ha perso è solo Belvedere. E i belvederesi. Nessuno ha fatto il proprio dovere: per politiche inutili hanno trascurato il paese e i cittadini. I mosaici: belli, caratteristici. Un’intuizione che ha dato lustro ad un paese alla deriva. Culturalmente e socialmente. Come le biciclette “I love Belvedere”, oggi prontamente sollevate e scomparse.
Ha perso Belvedere e guadagnato il maestro che ha realizzato l’opera, Luigi Impieri, quasi 10 mila euro in due anni. “Per amore nei confronti del mio paese”. Così esordiva sui social l’artista e insegnante di storia dell’arte, ideatore e realizzatore del progetto “Tutto il lungomare è d’aMare”. Gratis invece nei ristoranti e bar, niente compenso agli affittacamere che hanno offerto i loro servigi gratis. Per 13 persone. Mica niente. Nella speranza poi che qualcosina rientri. E anche in fretta.
Alla bella idea dei mosaici, ammettiamolo decisamente azzeccata, sarebbe dovuta seguire, quanto meno, il rispetto delle regole. Modo vecchio di far politica, passato a miglior vita. Si, insomma alla belvederese: “Ca pù vidimu”. Il modo classico poi di mettere la pezza a colori per permessi, soldi, impegni di spesa, e anche impegni personali di chi ci ha messo la faccia.
Dall’altra parte elenchi tristi di chi ha abusato, pensando che la bella cittadina, figlia di aragonesi e angioini, coccolata dagli Arabi e dai Borboni, fosse una meretrice in attesa di essere depredata. Tutti ne hanno approfittato, fatto carne da macello. Chi per soldi e chi per i suoi 5 minuti di visibilità. Alle nobili intenzioni del cuore in mosaico, non hanno camminato di pari passo i relativi permessi, come realtà civile vuole. Lo ha capito oggi il M5s che scopre che non esistevano permessi. Colpo gobbo se si pensa che le colate di cemento hanno riguardato in questi anni soprattutto interi territori ad impulso turistico. In questo caso occhi chiusi. E che il degrado faccia il suo corso. I lavori ai mosaici riprenderanno, questa volta con i permessi: l’aiuola tornerà ad avere il suo spazio verde e speriamo tornino anche le biciclette. Sulla torre d’avorio non credo che ci sia spazio per alcuno. Anzi chi ha fatto il suo corso si metta da parte. Per il bene del paese. E dei belvederesi.