Photo Adriana Sapone/LaPresse 16-10-2018 Reggio Calabria Italy Cronaca Il sindaco di Riace, Domenico Lucano al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria Nella foto l'arrivo del sindaco Photo Adriana Sapone/LaPresse 16-10-2018 Reggio Calabria Italy News The mayor of Riace, Domenico Lucano at the Court of the Riesame of Reggio Calabria In the photo: the arrival of the mayor

Di Antonello Troya

È un personaggio. Vive di ciò: da quando l’Italietta desiderosa di sinistra ha scoperto che esiste in Calabria un sindaco che forse ha risolto il problema dell’emigrazione. O meglio dei flussi che arrivavano in Italia: oltre 500 mila ingressi, sino allo scorso anno. Ma da irregolari però. Si tratta di Domenico Lucano da Riace. Per i compagni di sinistra è Mimmo: quello che ha tenuto testa all’attuale Ministro degli interni, Salvini, ma genuflesso al precedente, Marco Minniti. Dal compagno Minniti è arrivata la prima severa decisione di mettere in discussione l’operato di Mimmo Lucano. Da lì agli avvisi di garanzia alla decisione di estromettere Lucano dalla carica di sindaco e costringerlo a vivere lontano dal paese dei bronzi, il passo è stato breve.

Mimmo Lucano sembra una star: dalla televisione ai giornali, dalle tv private alle radio private. Sino ad arrivare ad una (presunta) candidatura per il Nobel della pace. Si, certo: il solito paese dei balocchi. La proposta è arrivata per davvero. In un italiano stentato, misto a reggino e catanzarese, il buon Mimmo si ritrova amico di tutti e amico di nessuno. Riempie le sale: retorico al punto giusto. Populista, riesce a far comprendere il suo modo di pensare, che per i magistrati lo avrebbe portato a compiere qualche errore.

A Belvedere, addirittura, hanno scomodato la Polizia Provinciale, Carabinieri e Digos, per l’ordine pubblico. Tutti a sentire Mimmo, ma nessuno sa da dove sono arrivate le autorizzazioni. Di una manifestazione che si sarebbe dovuta tenere a Bonifati e che invece Forza Nuova avrebbe impedito (così dicono quelli di sinistra).

Caspita: un eroe per le nuove menti della politica italiana. Di quattro sfigati che popolano la facoltà di lettere nella capitale e che non sanno nemmeno tradurre dal latino. La città si colora, quando c’è Mimmo da Riace. A Belvedere, a fargli da contorno anche i 99 Posse.

Un altro che si sacrifica per il bene del paese: vittima del sistema anarchico-fascista di questi tempi. Strano però che nessuno cavalchi l’onda del buon Mimmo da Riace. Un semidio che piace a quattro sfigati che saltano la lezione, ma che viene visto con diffidenza dalla sinistra, quella vera, come dal Partito Democratico. Strano. E allora diventa un personaggio scomodo. Gli avvisi di garanzia pesano. Come macigni. E se l’ha detto il compagno Minniti allora c’è da crederci.

Antonello Troya

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