Adire la “ Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”, con sede in Strasburgo è la sola via obbligata indurre lo Stato italiano, attraverso i suoi Organi Istituzionali locali preposti, al rispetto immediato del primario diritto alla Salute di oltre duecentomila cittadini residenti nel territorio costiero del Tirreno cosentino e di quello montano ad esso limitrofo! La Massima Istituzione della nostra città, nel terzo anno consecutivo in cui viene impavidamente violato il diritto alle madri, di mettere al mondo i propri figli nel lembo di territorio in cui abitano e nel quale ritengono, ancora, che viga la sovranità di uno Stato civile e democratico, si renda finalmente interprete delle lunghe e storiche battaglie civili combattute dal nostro popolo in età repubblicana e assuma le dovute iniziative utili al rispetto dei sacri e inviolabili principi della nostra Carta Costituzionale. Dal 4 agosto 2019 ha avuto inizio una fase di interregno della gestione sanitaria nello Spoke di nostra prossimità. Messo nelle mani dispotiche e autoreferenziali di Commissari Straordinari per il Rientro dal Debito e altri sub-Commissari, fantasmagoricamente chiamati Straordinari, posti a Capo dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, spesso incapaci e trattati come “usa e getta”, finanche la vita delle gestanti è stata sottoposta all’immaterialità utilitaristica del rendiconto numerico della Spesa e dell’appianamento del debito regionale. Tutto sarebbe stato risolto, in una sola notte, se anzichè persone umane da trattare con la dovuta attenzione nell’imminenza del parto, se fossero state delle Banche amiche da salvare con risorse pubbliche. Richieste di finanziamenti, alquanto irrisori, per adeguamenti strutturali di Sale Operatorie, così come prescritti dalla Commissione Ministeriale per poter offrire Sicurezza e giusti Livelli Essenziali di Assistenza per la Sala Parto, sono state drasticamente negate o puntualmente rimandate per mesi. Di lavori successivamente iniziati e mai portati a termine, sebbene con crono-programmi ben delineati e inseriti in un un’agenda di azioni successive e conseguenti, come richieste di omologazione strutturale degli stessi al fine dell’ottenimento dell’agibilità e delle necessarie deroghe ministeriali per la riapertura, non si ha alcuna contezza, a tutt’oggi, al netto di fantasiose e non identificabili enunciazioni di buoni e immediati propositi. I LEA, abitudinariamente compromessi o sospesi, a causa delle croniche e più volte denunciate insufficienze di organico medico e para-sanitario, in tutte le UOC dell’Ospedale Spoke di Cetraro, sono individuati, nelle recensioni periodiche ministeriali dei Servizi della sanità pubblica, tra i più bassi del meridione e della regione. Del ritorno alla normalità, in tutte le Divisioni sopravvissute al Covid H, smembrate nella loro organizzazione logistica e assistenziale per fare luogo ai 32 posti- letto predisposti per i pazienti contagiati, non è visibile e soddisfacente alcun aspetto di rilievo, giudicabile sia in termini temporali, sia in quelli di una loro possibile implementazione. Quasi tre anni di violazioni continue del Diritto Costituzionale alla Salute della persona umana hanno prodotto non altro che recessione generalizzata dello storico Presidio Ospedaliero “ G. Iannelli” e non possono che essere viste come giustificazione di un forte e immediato riscatto di un popolo, come il nostro che non può impunemente essere oltraggiato nei suoi diritti e privato di un patrimonio di civiltà che appartiene alla sua storia e alla sua cultura. Basta farci sentire frigni e sospiri sui social e leggere verbali di conclavi, inutili e fotocopie di buone intenzioni, prodotti eterni del nulla e dell’effimero assoluto. insolvenza. pronunce ! E’ giunta l’ora del ribellismo civile e del cambio deciso di passo! La nostra Massima Istituzione comunale rompa gli indugi e affidi ad un legale di sua fiducia il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nel quale venga dovutamente esplicitata la lesione del primario Diritto alla Salute dei cittadini di Cetraro per come sancito, oltretutto, dall’art. 32 della Costituzione Italiana. Compendiata con la necessaria documentazione e gli avvenimenti intercorsi negli anni nella Sanità Regionale e del nostro Spoke. Con le omissioni e i reati commessi dai responsabili istituzionali della Sanità a tutti i livelli. Con le distoniche organizzazioni dei servizi nello Spoke Cetraro-Paola, sotto l’influenza di autorevoli e occulti referenti della politica di campanile e pezzi deviati della massoneria interessata. Sarebbe molto difficile, se non impossibile, per qualsiasi soggetto istituzionale o politico cimentarsi in disquisizioni giurisdizionali, ostativi ad un’interpretazione diversa della palese e reiterata violazione di un vitale diritto dell’uomo! Vedremo se qualcuno oserà farlo!
Cetraro 16 luglio 2020