Di Saverio Di Giorno
Ho fatto un sogno. Ho visto proteste in piazza contro questo governo fatte da entrambi i lati. Poi succede qualcosa, un incidente o l’approvazione di una legge neanche tanto importante e si solleva la polemica, poi le piazze. Sia dall’estrema destra, sia dall’estrema sinistra. Cortei e manifestazioni. Qualche corteo però viene infiltrato da criminali e quindi finiscono in violenza.
Nascono nuove organizzazioni di estrema destra, piccoli raggruppamenti e nei loro cortei ci sono anche uomini di ‘ndrangheta, anzi di più, ci sono pezzi deviati delle forze dell’ordine che dall’estero fanno arrivare armi. Armi pesanti. Da guerra. Provengono dai territori dove è alta la tensione e possono passare indisturbati le frontiere perché i controlli non vengono fatti. Avvocati e funzionari fanno parte di logge deviate. Servono alla ‘ndrangheta per dimostrare la forza su altri clan che preferiscono la strategia vecchia, servono ad essere rivenduti altrove e vengono pagati in diamanti o coca. Servono a far paura al governo infatti sono ritrovati in covi di queste nuove organizzazioni di estrema destra.
Deve cadere il governo perché gli italiani volevano altro. L’unico modo per far calmare gli animi è fare un nuovo governo. Questo è il messaggio che si vuole far pervenire nelle alte sfere e se ne discute proprio tra politici, avvocati e ‘ndranghetisti dentro queste logge deviate. Occorre sacrificare qualcuno e scattano decine di arresti e segnalazioni sia di politici, sia di magistrati, sia di latitanti. Servono a suggellare gli accordi.
Quando mi sveglio non so bene se sto leggendo di episodi di cronaca o sono le pagine del noir che mi sta accanto. Vedo arsenali di armi da guerra rinvenuti in mano a piccoli gruppi di estrema destra di fattura francese, altre armi sono ritrovate sui nostri territori. Forse nella mente si sono sovrapposte le cose perché stavo leggendo le dichiarazioni di Di Bernardo, ex gran maestro del Grand Oriente d’Italia che dice che 28 logge su 32 sono controllate dalle ‘ndrine. Sono o erano. All’epoca si stavano formando movimenti indipendentisti nel sud Italia e al nord nasceva la Lega. In quei movimenti c’era anche una regia mafiosa: la richiesta di archiviazione del giudice Scarpinato indagava sui legami tra questi movimenti, l’estrema destra e la mafia. All’epoca aveva favorito la fuga di Franco Freda all’estero, indagato per la strage di Bologna, ma poi si tirò fuori dalla guerra che iniziò Riina. Quei rapporti però sono rimasti e si sono rinsaldati a causa dei 49 milioni.
Di Bernardo dice di vedersi “ripresentare” le stesse condizioni di allora; qualcuno le ha derubricate a storie complottiste dell’anziano signore. Questo signore però è stato gran maestro Goi e poi ha fondato un nuovo ordine. Nelle stesse dichiarazioni racconta: “Ero nella mia residenza sul Gianicolo e suona il telefono alle tre di notte. Mi sento dire con una voce da straniero: ‘Gran Maestro, noi avremmo bisogno delle stesse cose che ci ha dato prima’. Io avrei potuto dire ‘sta parlando con un’altra persona’. Però sono stato al gioco e ho chiesto ‘di cosa avete bisogno in particolare?’. E inizia a farmi un elenco di armi non solo leggere ma anche pesanti. Quando lui si accorge del senso delle mie domande mi dice: ‘Sto parlando con Armando Corona?’. Io dico ‘No, sono Giuliano Di Bernardo’ e lui mette giù. Per me si è accesa una spia. Capii che quella telefonata proveniva dall’Africa, forse dalla Somalia”. In Somalia per queste storie ci lasciò la vita Ilaria Alpi. Sempre armi.
All’epoca gli Stati Uniti erano molto vicini e quasi imposero Gelli e alcuni punti del suo programma di Rinascita Democratica (che in parte si realizzò negli anni e si tenta di realizzare). Oggi gli USA sono più lontani, ma la Russia meno.
Era solo un sogno per fortuna, anzi un incubo. Un incubo che l’Italia ha già vissuto e dal quale ne è uscita pagando un prezzo molto alto in termini di verità e libertà.