Di Saverio Di Giorno
C’era un tempo in cui sui quotidiani si leggevano analisi di fatti di cronaca fatti da importanti firme, ma anche da anonimi cronisti, che stavano in giro, sulla strada, a percepire gli umori. Sebbene non possiamo competere con la loro conoscenza dell’animo umano e delle sue dinamiche, potremmo almeno imparare la lezione: stare fuori, sulle strade. Invece no. Si leggono noiose ed inutili dissertazioni su voci di corridoio, sui whatsapp scambiati dai sottosegretari. L’ultima è stata la foto di Occhiuto e Salvini che ha dato adito a infinite costruzioni. False.
Le uniche notizie che contano sono quelle che provengono dal Palazzo, le uniche cose che hanno dignità di esistenza sono quelle che riguardano il Palazzo e di conseguenza, i giornalisti parlano del paese visto da sopra le finestre del Palazzo.
Prendiamo il caso della caduta del governo Conte 1. Prima si descriveva un paese violento, insensibile e di razzisti; subito dopo si è sdoganato il “nuovo umanesimo”, si sono elencati gli episodi di accoglienza, si è parlato di un paese che torna a respirare (come se prima si sentisse oppresso) e di gentilezza riscoperta. Tutto questo ha un’unica spiegazione: sono convinti che quello che sia successo dentro il Palazzo corrisponda alla realtà. Ma in realtà, quelle persone sono sempre là, identiche a prima e sarà il caso di ascoltarle.
Quello che vale per il Palazzo romano, vale anche per quelli calabresi. Se i giornalisti e gli analisti fossero stati più attenti a quello che sta avvenendo sui territori calabresi, forse non avrebbero dato tanto significato ad una foto, perché altrove la lega si sta muovendo diversamente.
Bisogna forse riportare alla mente il caso delle elezioni nella città di Corigliano – Rossano, dove si sono fronteggiati Stasi e Graziano. Ebbene, nonostante Salvini abbia battuto palmo a palmo la Calabria ha evitato accuratamente quel ballottaggio; eppure, dietro Graziano c’era tutta la vecchia politica calabrese di destra. Guardando quella situazione veniva da chiedersi: ma chi consiglia Salvini? Sapeva forse già che sarebbe stata una partita persa oppure ha preferito così proprio per dare un segnale di distanza da quella politica e da quei politici. Non bisogna dimenticare che probabilmente alla procura c’è un fascicolo su Graziano e Salvini sta facendo di tutto per evitare persone che gli possono creare imbarazzi. E Occhiuto è uno di questi.
La struttura della Lega su tutti i territori è divenuta subito molto radicata e stabile e il filtraggio di chi imbarcare sul carrozzone, anzi sul carroccio, è molto rigido. È un vantaggio anche rispetto al M5s che sui territori, invece, non ha quasi nulla (e il PD questo lo sa, per questo è a favore delle liste civiche). Non a caso, tutti i vecchi lupi che hanno tentato e tentano l’avvicinamento alla Lega (I Gentile per esempio) trovano porte sbarrate. Sono scelte precise ed oculate. Dall’altra parte alcuni circoli di estrema destra nei paesini di periferia lamentano il fatto che in molti hanno preferito lasciare per migrare ai circoli più nuovi e promettenti della Lega. E a questa migrazione la Lega non ha opposto alcuna resistenza.
Sicuramente i dirigenti della lega in Calabria sanno che rifiutare i vecchi lupi della politica calabrese significa rifiutare anche i loro voti impacchettati, quindi se lo fanno è perché sono sicuri di potercela fare comunque con altre strategie. Forse sanno che questi vecchi compari non portano più tanti voti perché come non sono credibili per la Lega, non lo sono nemmeno per chi gli dava i voti. E magari questi voti se li sono già presi arrivandoci per altre vie. In Calabria, il mondo dell’estrema destra è un’area grigia che a volte lambisce quello della ‘ndrangheta e questo è storicamente accertato.
Comunque stanno le cose, qualcuno dovrà perdere e sacrificare qualcosa per trovare un accordo per le regionali. Salvini non vuole imbarazzi o scandali e alcune persone intorno a FI e Fratelli d’Italia hanno perso un po’ di verginità da questo punto di vista. E forse è anche sicuro che chi ha voti da vendere pensi più a lui che ai vecchi cavalli, per cui non ha alcuna fretta di accordarsi.