A distanza di un mese è ripresa e si è conclusa l’attività di bonifica del 2° Nucleo Subacqueo della Guardia Costiera di Napoli che ha rimosso dai fondali marini dell’isola Dino, che costituiscono Zona Speciale di Conservazione, ulteriori 59 manufatti cementizi , anche di rilevati dimensioni, utilizzati come corpi morti per ormeggi abusivi, 2 ancorotti, 2 reti fantasma, 1 pneumatico, 200 metri di cime con relativi gavitelli d’ormeggio.Le foto pubblicate, che sono quelle rese nota dalla stessa Guardia Costiera, mostrano in modo eloquente come dei fondali dell’Isola Dino, popolati da praterie di posidonia oceanica nel corso degli anni non si è avuto quell’attenzione alla tutela necessaria. A dire di chi conosce quell’area e le metodologie utilizzate, migliaia di massi sono stati affondati che non solo hanno creato danni ambientali, ma hanno anche contribuito all’innalzamento del fondo marino che oggi risulta in situazioni critiche e che è alla base della erosione che sta interessando la spiaggia di Fiuzzi. Già in precedenza abbiamo espresso apprezzamento per l’attività della Guardia Costiera di Maratea di tutela dell’ambiente marino e costiero: l’apprezzamento è ancora più sentito e sincero perché questa attività si pone in continuità con l’opera di bonifica che Italia Nostra ha iniziato nell’ottobre del 2019 quando ha rimosso dai fondali dell’Isola Dino 7 tonnellate di rifiuti con la esclusione dei corpi morti cementizi che allora non si poté rimuovere. Nondimeno già a partire da quell’anno ci siamo impegnati in più occasioni nei confronti delle Autorità perché quell’opera di bonifica venisse proseguita.Oggi la Guardia Costiera ci comunica che l’attività svolta proseguirà senza soluzione di continuità andando ad interessare altri specchi d’acqua di altri comuni dell’Alto Tirreno Cosentino interessati dalle medesime criticità. Non possiamo che essere contenti per queste notizie ed indicare un luogo che secondo Italia Nostra è da prendere in considerazione: la Baia di San Nicola Arcella e i fondali di posidonia ivi presenti con specchi d’acqua di cui abbiamo più volte segnalato le medesime problematiche come quelle che hanno interessato ed ancora interessano i Fondali dell’Isola Dino.
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