Del caso Bonafede-Di Matteo ho parlato nella seconda parte della diretta di oggi: non ci tornerò, vi basta guardarla e ascoltarla. Qui mi preme sottolineare un altro aspetto. Io posso criticare Bonafede e Di Matteo. Voi potete farlo. La destra, questa destra, no. Potrà farlo quando si sarà liberata di tutta quella rumenta, nascosta (neanche tanto) qua e là nelle retrovie dei rispettivi partiti, che Di Matteo – uomo immenso – non accetterebbe mai. Un Di Matteo, oltretutto, di cui la destra mai si è interessata, relegandolo anzi colpevolmente a “uno vicino ai 5 Stelle”, con lo stesso sprezzo che travolse anche Falcone.
La destra, questa destra, non può parlare di giustizia e morale. E non può farlo perché ne ha sempre fatto carne di porco. Al punto tale che, ancora oggi, se ne sta a braccetto con quel che resta del berlusconismo, il cui partito fu fondato 26 anni fa da uno da tempo in galera per concorso in associazione mafiosa. E alla cara Meloni, che ormai straparla & urla di tutto come se fosse caduta dal pero, vorrei ricordare che lei accanto e dentro il berlusconismo ci sta da sempre. Ebbe pure il coraggio di dire, a proposito delle oscene leggi ad personam berlusconiane, che «Bisogna contestualizzarle. Sono delle leggi che Berlusconi ha fatto per se stesso. Ma sono leggi perfettamente giuste». Davvero questa gente qua, ora, crede che le basti una telefonata di Di Matteo a Giletti per rifarsi una verginità politica? Ma via, su. La destra nostrana che finge di difendere Di Matteo, per bieco calcolo politico, fa vomitare. Non avete ritegno, solo indecenza.
Facebook Notice for EU! You need to login to view and post FB Comments!