“Sono una cittadina e una persona come tutti voi, ed è a ciascuno di voi che rivolgo questo appello.
La stanchezza e l’esasperazione che tutti noi stiamo vivendo sulla nostra pelle a causa di questa situazione di preoccupazione e restrizioni, che sembra non avere fine, rischiano di prevalere sulla consapevolezza.
La Calabria è arrivata al capolinea. Soffre, da sempre e oggi tantissimo, di una cattiva gestione amministrativa della classe politica, e ci sono delle ragioni che concorrono al degrado di questa terra bellissima, ragioni alla luce del sole: la pervasività della ’ndrangheta, la mediocre qualità dei servizi sanitari e lo spopolamento giovanile. Le persone che non riescono ad arrivare a fine mese sono sempre di più.
Riflettiamo, riflettiamo attentamente su questi aspetti.
Alla Regione col peggior sistema sanitario in Italia sono bastate poche centinaia di casi per ritrovarsi in zona rossa. Se l’emergenza è difficile da gestire per tutti, figuriamoci per un posto che era già in una condizione di emergenza.
I giovani calabresi. Sono tanti quelli che vanno via senza tornare e pochi quelli che restano per scommettere sulla realtà territoriale. La necessità che li spinge a fare le valigie non è solo l’assenza di lavoro, o il lavoro sottopagato, ma la mancanza di lavoro pulito.
L’economia in forte crisi. Molti fattori hanno ostacolato in passato e rallentano tuttora lo sviluppo armonico dell’economia calabrese, nonostante si producano prodotti rinomati. Gli sperperi di denaro pubblico e le difficoltà socio-economiche non hanno permesso uno sviluppo adeguato. Oggi nella nostra Regione si trovano poche industrie.
Ma se ci fermiamo a pensare un attimo, ci sono promesse che restano lì, incastrate tra le costole, quasi aggrappate, come se volessero salvarsi. Forse dal tempo che passa, dal tempo che non ha dato loro modo di compiersi, o dalle persone che non sono riuscite a mantenerle. E col tempo ti accorgi che a tenerle lì, ben salde, è stata la tua voglia di crederci, di sperare. E forse non saremo mai così onesti con noi stessi, nell’ammettere che il tempo non c’entra, e che, ingenuamente, ma con tanto cuore abbiamo creduto alle persone sbagliate.
Quando sarete chiamati alle urne, per compiere il vostro dovere, ricordatevi tutto questo. Ricordatevi di chi poteva ma non ha fatto nulla. Di chi ha promesso ma non ha mantenuto. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare che queste stesse persone hanno fallito. Questa volta ci giochiamo il futuro della nostra terra.
Abbiamo bisogno di persone innamorate della nostra terra, determinate a ridare dignità a tutti i cittadini, persone che sono per la gente, per quelli che non hanno niente, che si alzano ogni mattina per portare il pane alla propria famiglia.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di sicurezze, di certezze. Abbiamo bisogno di promesse ma ancora di più, abbiamo bisogno di qualcuno che le mantenga!
Barbara Santelli (Giornalista)