di M. FIORELLA SQUILLARO
Mentre la politica a tutti i livelli
litiga da me-
si per aggiudicarsi questa o
quella Unità operativa ospe-
daliera, cercando di portarla
sotto casa propria, le strut-
ture tirreniche lasciano a
desiderare. Incuria, degra-
do, abbandono, sporcizia,
umidità e persino rischio
crolli e distacco di calcinac-
ci. Partiamo da Cetraro.
L’ospedale “Iannelli”, facen-
te parte dello spoke assieme
a Paola, è caratterizzato da
un intero padiglione reso
inutilizzabile dopo che per
anni è stato abbandonato e
tenuto chiuso, non si com-
prende per quale ragione. Il
riferimento è al famigerato
“padiglione B” del presidio
ospedaliero. Al suo interno,
dislocati tra il piano terra ed
il primo piano, trovano po-
sto gli uffici amministrativi
ed alcuni servizi agli utenti,
tra cui la farmacia, il servi-
zio di vaccinazioni, protesi e
ausili, rinnovo patenti e por-
to d’armi, veterinaria. E fin
qui tutto sembra normale.
L’esterno dell’immobile, pe-
rò, si presenta abbastanza
fatiscente, con calcinacci
che sembrano dover cadere
da un momento all’altro,
mettendo anche a rischio
l’incolumità pubblica. Al
suo interno, poi, la situazio-
ne lascia davvero interdetti.
All’ultimo pia-
no, dove chiun-
que può accede-
re, l’incuria ed il
degrado la fan-
no da padrone.
Un piano dove,
per qualche tem-
po ha trovato po-
sto anche la farmacia, poi
trasferita al piano di sotto,
come si legge nel cartello an-
cora affisso alla porta. An-
dando avanti nel corridoio,
il decadimento strutturale è
particolarmente evidente:
vetri rotti, pezzi di sanitari
abbandonati per terra, pare-
ti umide e, per terra, oltre al-
la sporcizia, anche foglie e
terriccio che provengono
dall’esterno. Un padiglione
ormai inutilizzabile e che, se
nuovamente ristrutturato,
potrebbe ospitare anche al-
tri reparti. E’ chiaro che
un’operazione del genere ri-
chiederebbe diversi milioni
di euro che, non si sa per
quale motivo, nessuno isti-
tuzione intende spendere
per conservare il bene, co-
munque deteriorato per col-
pe facilmente in-
dividuabili. Ri-
sale al giugno
2017 la demoli-
zione del tunnel
di collegamento
tra i padiglioni A
e B, costata ben
51 mila euro. La
motivazione ufficiale di tali
lavori è stata che quel corri-
doio era pericolante dal pun-
to di vista strutturale. E co-
sì, invece di procedere alla
sua messa in sicurezza, si è
preferito adottare una solu-
zione più veloce, dando il via
libera alle ruspe e demolirlo.
Il tutto nel silenzio di politici
e amministratori locali che
continuano a beccarsi su
questioni più marginali.