Articolo di Martino Ciano (BorderLiber)
Da ponente e da levante del Golfo di Policastro. Esse arrivano sospinte dalle correnti del mare. Sono di origine ignota, almeno così dicono. Contengono dagli scarti di fogna, alla fioritura algale; dall’immondizia sedimentata, alla vita decomposta (che poi sempre vita è). Sono le macchie che colorano il mare nostrano. Se ne parli ti urlano contro. Qualcuno potrebbe querelarti per danno d’immagine, soprattutto qualche sindaco che difende a qualsiasi costo l’economia locale, quella che d’inverno muore e poi da giugno ad agosto va sfamata.
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha detto che questa volta non si scherza. Tolleranza zero, niente più macchie in mare. Ma è difficile mantenere la promessa perché su tutta la costa, da Tortora a Paola, d’inverno sostano circa 200 mila abitanti, invece d’estate si arriva a due milioni, quindi si va di più in bagno, si produce più spazzatura, c’è più confusione e tutto diventa ingestibile. I depuratori lavorano maggiormente, quindi! E se questo quindi contiene anche i problemi che nessuno vede da settembre a maggio, finisce che da giugno a settembre i guazzabugli tutti li vedono.
Orde di turisti incazzati mostrano il mare marrone su Facebook. Foto di cocktail al refluo si uniscono alle bellezze dei nostri scorci… la gioia è quella che sancisce come ormai il danno sia fatto, e fatti di fatti ne conosciamo tanti, troppi; ma va bene così.
Nella valle incantata del territorio alto tirrenico, in cui nulla accade e tutti sono innocenti, le criticità possono essere declamate solo in alcuni momenti dell’anno. C’è la comune credenza che in quel momento ci sia una disconnessione dell’interesse generale, che i panni sporchi si possano sempre lavare in famiglia. Poi, una mattina qualsiasi, rigorosamente tra settembre e maggio, qualcuno si sveglia e annuncia che questa potrebbe essere la nuova Terra dei Fuochi, che la prevenzione è tutto, che si muore troppo a causa di strane patologie. Le voci si levano, si contano i decessi, sembra una guerra ma è la normalità.
“Il nostro peggior difetto – mi ha detto una persona che ho incontrato su una spiaggia – è l’omertà di servizio, ossia tacere quando bisogna sedersi allo stesso tavolo per mangiare bene, poi, digerito il pasto, inizia la polemica e la malanova può tornare a circolare, tant’è che i più non ci considerano un popolo sottomesso, ma che ama cambiare frettolosamente opinione e bandiera”
E va bene così, purtroppo.