Di Antonello Troya

Non è nemmeno riuscita ad insediarsi, la dottoressa Paola Di Stio, fresca di nomina, che il suo primo colpo ha interessato un bene indiscusso del paese: il “Castello del Principe”. Maestoso e ricco di storia il Castello è stato oggetto del desiderio di ogni amministrazione che si è succeduta in questi decenni. Simbolo indiscusso di secoli di storia locale ora ritorna nel pieno godimento dei belvederesi. A sancire l’acquisizione del manufatto la delibera di giunta di questa mattina. In pratica si tratta della devoluzione di un mutuo che, secondo alcune stime non avrebbe portato al suo iniziale obiettivo. La decisione della neo responsabile dell’ufficio tecnico di “spostare” questo finanziamento è stato un colpo di fioretto se si considera che il Comune di Belvedere è in dissesto.
Ovviamente si tratta di una proposta e di una richiesta di devoluzione quella sollevata dal sindaco e ratificata dalla giunta. Ma visto il via libera degli uffici amministrativo e tecnico, e considerato che il finanziamento sembra essere a disposizione, non si vedono al momento motivi ostativi alla eseguibilità del progetto. La proposta di acquisire il Castello parte circa due anni fa. L’allora esecutivo chiede un prestito alla Casa depositi e prestiti per il maestoso manufatto che tra l’altro è anche opera di interesse nazionale.
Poi l’asta telematica al Tribunale di Paola, sezione fallimentare (chi non ricorda il video dell’allora sindaco Enrico Granata con il conto alla rovescia) che fa risultare il Comune di Belvedere aggiudicatario del primo lotto per un importo di circa 296 mila euro (l’importo base d’asta era di 395 mila euro). Per quella gara il Comune ha già versato una cauzione di circa il 10 % dell’importo.
Oggi il colpaccio: in molti si saranno chiesti, sino ad ora, da dove arrivano questi soldi. Il comune di Belvedere ha già attivato un mutuo per un importo di circa 333 mila euro, indirizzati alla viabilità, mai utilizzati. Soldi che potrebbero andare a coprire il saldo dell’importo per l’acquisto dei rimanenti 2/3 del Castello Aragonese.

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