Gioacchino Lorelli interviene nella Conferenza dei sindaci a difesa del Poliambulatorio di Amantea
La nomina del neocommissario alla sanità Guido Longo avrebbe dovuto rappresentare un cambio di rotta nella gestione di uno dei servizi primari da garantire alla comunità. Ma le scelte, quanto meno improvvise e magari frutto di una mancanza di confronto con i rappresentanti del territorio, ha fatto comprendere a molti sindaci che sarà una primavera di passione e non solo per l’approssimarsi della Pasqua.
La probabile cancellazione della Casa della salute di Amantea – l’unica certezza che venga costituita a questo punto è affidata all’avvio dei cantieri per la sistemazione degli spazi – è una sorta di pugnalata al cuore ad un malato agonizzante. Ma i sindaci non ci stanno, anche se si tratta di una lotta impari, portata avanti senza il comune di riferimento la cui guida è saldamente nelle mani della Commissione straordinaria. Ed è plausibile ipotizzare che tre vice prefetti, ovviamente, non andranno contro le decisioni di un ex prefetto.
I primi cittadini dei nove comuni afferenti al distretto sanitario di Amantea, così per come confermato nell’ambito di una riunione che si è svolta in modalità online, si preparano a scendere in campo, per difendere non solo il Poliambulatorio nepetino di località Santa Maria, punto di riferimento per chi ha bisogno di cure, ma alle prese con un depauperamento che sembra inarrestabile, ma anche le promesse relative all’istituzione della Casa della salute, data forse troppo presto per scontata.
«La verità – spiega il sindaco di San Pietro in Amantea Gioacchino Lorelli – è che dobbiamo affrontare un avversario forte e temibile in inferiorità numerica. L’Asp di Cosenza, così come il sistema sanitario regionale è allo sbando da anni: alla centralità del paziente e al territorio si è preferito attuare una politica dei tagli che non ha risolto nulla. Anzi è vero il contrario: i viaggi della speranza fuori regione sono una costante. Occorrono investimenti strutturali per completare e potenziare gli immobili esistenti, così da migliorare i reparti e andare incontro alle esigenze delle fasce più deboli. I sindaci del comprensorio sono uniti nell’affermare un principio chiaro: i diritti di chi soffre devono essere garantiti. Abbiamo chiesto l’attuazione dell’atto aziendale che definisce l’evoluzione del Poliambulatorio in Casa della salute. È questa la sola azione che può restituire a questo comprensorio la dignità di una speranza».