Di Carlo Tansi
Non serve a niente mettere treni velocissimi, come Frecciarossa o Italo, su un tracciato che da Napoli in giù è vecchio e obsoleto essendo stato realizzato più di 100 anni fa, non adeguato a treni così veloci. Ne sanno qualcosa i calabresi che da Milano a Napoli viaggiano in perfetto comfort e che da Napoli in giù viaggiano in preda a conati di vomito per l’ondeggiamento assurdo del Pendolino che corre su binari non consoni alla sua potenza.
Questa non è alta velocità.
Nelle altre regioni d’Italia c’è la vera alta velocità, perché lì negli ultimi anni sono stati investiti i miliardi e miliardi di euro per costruire nuove tratte ferroviarie con tratti molto più rettilinei e “stabili” che non fanno oscillare Frecciarossa o Italo… mentre a noi Calabresi – snobbati e trattati da sempre come cittadini di serie C – vogliono rifilarci un’alta velocità farlocca.
Esattamente come hanno fatto con la autostrada, furbescamente rinominata da A3 in A2 in occasione della inaugurazione farlocca e sfarzosa di qualche anno fa: a differenza dei tratti campani e lucani dove il 100% dell’autostrada è stata costruita ex novo – con la realizzazione di corsie d’emergenza e l’eliminazione delle curve pericolose – nel percorso calabrese molti tratti non sono stati per niente costruiti e sono rimasti quelli degli anni sessanta: senza i minimi standard di sicurezza, e con gallerie e viadotti vecchi più di 60 anni, goffamente rivestiti da ANAS per mascherarne la vetustà, che si stanno sbriciolando progressivamente. Ricordo che proprio lungo i tratti non realizzati si verifica la quasi totalità dei tanti incidenti autostradali mortali in Calabria.
I governi italiani, di destra, di sinistra e di centro, devono investire gli stessi miliardi dati alle altre regioni del Nord per adeguare la tratta ferroviaria Napoli-Reggio Calabria ai treni veloci e per completare veramente l’autostrada A2, e non devono prendere in giro i Calabresi che non sono stupidi!
E poi i governi devono realizzare al più presto la ferrovia sul lato Ionico della Calabria ferma ai tempi della sua realizzazione – 1875 (!) – e con treni che camminano alla stessa velocità di 150 anni fa.
Correndo a piedi si arriva prima a destinazione.
A tutto questo si aggiunge anche la trappola di morte rappresentata dalla SS 106, dove ogni anno muoiono decine e decine di persone.