È stato un testa a testa tra Fratelli d’Italia e Forza Italia in Calabria. Con la Legain caduta libera, e i moderati spariti dai radar. Questa la situazione nel centrodestra regionale quando sono state scrutinate quasi tutte le 2401 sezioni per il Senato, in un quadro nazionale che assegna a Fratelli d’Italia lo scettro di primo partito e al centrodestra la maggioranza a Montecitorio e Palazzo Madama.

Ma il dato che in qualche maniera fa più notizia è l’exploit – che ricalca quanto successo alle politiche del 2018 – del Movimento 5 Stelle che con un recupero record in Calabria fa al momento segnare una percentuale che sfiora il 30% – certo lontano dal 43 ottenuto nel 2018 – comunque sufficiente a confermarlo quale primo partito nella nostra regione. Un risultato straordinario per Giuseppe Conte che ha dedicato l’intera seconda parte della campagna elettorale nel Mezzogiorno, dove a ben vedere i temi del Movimento hanno attecchito nella cittadinanza che ha deciso di confermare la fiducia straripante concessa alle politiche del 2018.  

Il centrosinistra, invece, si lecca le ferite e non arriva alla soglia psicologica del 20%, rimanendo sotto di più di dieci punti rispetto ai pentastellati con i quali hanno deciso di rompere i recinti del campo largo caro ad Enrico Letta. All’interno della coalizione il Pd rimane ancorato a circa il 15% (confermando il dato del 2018 cristallizzato in un 14,5%), ma è anche l’unico che va in doppia cifra, come nelle previsioni del resto. L’alleanza tra Europa verde e la Sinistra di Fratoianni da una parte e +Europa dall’altra non raggiungono il 2%. Non pervenuto Impegno civico di Luigi Di Maio che oscilla tra lo 0,6 e lo 0,7%.

Tornando al centrodestra Forza Italia si attesta al di sotto della percentuale raccolta alle regionali dello scorso anno quando si impose con il 17,3% nella trionfale marcia di Roberto Occhiuto verso la Cittadella. Fratelli d’Italia, invece fa segnare 10 punti percentuali in più rispetto alle regionali e addirittura 14 in confronto alle politiche del 2018, col risultato di essere il primo partito nell’ambito della coalizione anche in Calabria. La Lega non arriva a superare il 6% replicando sostanzialmente il dato del 2018 (5,87 al Senato), ma peggiorando quello temporalmente più vicino delle regionali quando arrivò all’8,33%, così certificando una involuzione che sembra inarrestabile.

C’era attesa anche per il dato relativo al Terzo Polo, frutto dell’alleanza tra Italia viva e Azione. Il dato è fermo per ora al di sotto del 4%. Poi in ordine Unione popolare vicina al 2%, Italia sovrana e popolare e Italexit all’1,3%..

Da sottolineare il risultato per certi versi deludente di Unione popolare, la creatura di Luigi de Magistris, che non era presente alle politiche del 2018, ma che ha fatto le prove generali alle ultime regionali calabresi quando proprio de Magistris si candidò alla presidenza della Regione strappando un lusinghiero e abbondante 16%. Proprio l’affermazione in Calabria, che lo collocò quale seconda forza su scala regionale, diede il là per il più grande e complesso progetto di Unione popolare che oggi mette insieme una serie di forze che non sembrano in grado di incidere sul risultato finale. (FONTE:LACNEWS)